Regia di Stephen Chbosky vedi scheda film
Finalmente un film che affronta e parla dell'adolescenza e dei suoi problemi - che poi sono sempre quelli: sesso, droga e rapporti più o meno costruttivi col mondo degli adulti - in maniera non banale, con sensibilità e delicatezza e che non uniforma gli adolescenti, a una massa di decerebrati che seguono la legge del branco e della conformità, o appartenenza a un gruppo.
Significativo, tra i produttori figura John Malkovich, attore di spessore, cosa non da poco secondo me, che eleva il film a una qualità diversa dai soliti prodotti per adolescenti.
Tratto dal romanzo - forse un po' autobiografico?? - dello stesso regista, narra la storia di Charlie, un ragazzo timido, sensibile e segnato dal dolore di una perdita precoce e da una vicenda quasi dimenticata, confusa e soffocata nell' infanzia, che il film lascia riaffiorare e intuire a tratti brevi e quasi onirici.
Nonostante il dolore che segna in maniera più o meno marcata le esistenze di tutti i personaggi, è un film che si apre alla speranza suggerita già nel titolo Noi siamo infinito, come gli sguardi malinconici e a volte fragili dei giovani protagonisti, a loro modo figure un po' controcorrente nel panorama quotidiano che si trovano a vivere.
Così per Charlie, ragazzino sensibile sprofondato nei libri e nelle lettere che scrive a chi non può più leggerle, desideroso di aprirsi a un mondo che non sia quello vuoto, a volte un po' arrogante e superficiale dei suoi coetanei, viene naturale legarsi alle sole due persone che paiono comprenderlo e accettarlo; Patrick, un ragazzo omosessuale sicuro di sè, ma costretto a nascondere alla famiglia la sua natura, e la sorellastra Sam, ragazza già troppo ferita e vissuta per la sua età, di cui Charlie finisce per innamorarsi, forse intuendone un dolore e un segreto passato che li accomuna.
Il film lascia comprendere l'empatia tra i personaggi, e la sofferenza si stempera nelle vicissitudini a volte ridicole, grottesche e quasi comiche, nelle risate e nelle battute ironiche, nel teatro come rappresentazione di una parte di sè, di solito nascosta, quella che non vuole uniformarsi al resto della massa (Rocky Horror Picture Show, lo spettacolo a cui partecipano i protagonisti).
E' un film sull'amicizia autentica, sull' amore come primo turbamento ed esperienza, sulla vita e sulle speranze riposte in quell'infinito che è il domani davanti a noi, visto con gli occhi di un adolescente che non ha ancora toccato il cinismo e il disincanto dell'età adulta, quando ancora le ferite si possono rimarginare.
I giovani attori mi hanno impressionato per la loro bravura: Logan Lermann mi è apparso convincente in un ruolo intimista lontano da quello per cui è noto al grande pubblico (Percy Jackson e gli dei dell'Olimpo), Emma Watson ha abbandonato i panni della tenace maghetta amica di Hanry Potter, per entrare in quelli veri di una ragazza dolce e fragile, ma più di tutti mi ha colpito la prova straordinaria di Ezra Miller, già visto nel notevole E ora parliamo di Kevin, sicuramente un attore da tenere d'occhio per il futuro, una promessa che sarà certo mantenuta.
Bellissima la colonna sonora che accompagna il film e le vicende dei giovani personaggi nel loro percorso di formazione e crescita, con dei pezzi musicali che sono entrati nel mito, come Heroes di David Bowie.
Bellissimo film che mi sento di consigliare.
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