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Noi siamo infinito

Regia di Stephen Chbosky vedi scheda film

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La recensione su Noi siamo infinito

di fefy
8 stelle

Chbosky Stephen, classe 1970 è noto per aver scritto il romanzo epistolare “Ragazzo da parete”, e per qualche sceneggiatura televisiva.




 



Con “Noi siamo infinito” ha voluto egli stesso rappresentare il suo libro epistolare sul grande schermo. Il titolo originale è (The Perks of Being a Wallflower) letteralmente una sorta di “I vantaggi di essere un ragazzo di tappezzeria” (cioè timido, introverso etc)…(.?) in effetti questa volta non ce la si può prendere con chi ha dato il titolo italiano “Noi siamo infinito”, che rende bene ed è accattivante e si rifà ad una frase ad effetto detta dal protagonista: tradurre il titolo originale era praticamente impossibile.

La storia è quella di Charlie, 14enne estremamente introverso e timido nervoso per l'inizio del suo primo anno di scuola scolastica superiore.

Ben 13 anni sono passati dalla pubblicazione del libro alla stesura del film omonimo: questo, perché, dice il regista scrittore –mi occorrevano gli attori giusti,li volevo popolari ma giovanissimi con quel qualcosa di…particolare, dovevano essere personaggi un po’ “sopra le righe”-.

E come i loro personaggi, Lerman, Miller e Watson pare abbiano stretto un forte legame durante le riprese: “Credo che Emma ed io fossimo destinati a conoscerci”, dice Miller.

Il regista invece si affretta ad affermare che “Lerman sarà uno dei prossimi importanti volti di punta del cinema, ed  avrà una forza ancora più grande dietro la macchina da presa”.

Chbosky ha sempre sentito che l’amicizia tra i giovani attori del film sarebbe dovuta diventare reale per poter essere credibile sullo schermo.

“Ho detto a tutti che sarebbe stato veramente importante che passassero l’estate della vita”, dice. “Se l’avessero fatto, il mio lavoro sarebbe stato semplice. E l’hanno fatto. Il cameratismo li ha portati a stare svegli tutta la notte e suonare musica e diventare grandi amici, il ciò si è riflesso sul film. E questo si è esteso a tutti i ragazzi del cast.”.

 

Che Chbosky sia alle prime armi come regista si vede subito, il film non eccelle certo per la regia, che spesso strizza l’occhio alla tv.

Certo la direzione degli attori è buona ma sono i giovani attori stessi ad essere autentici e efficaci nelle loro parti. Chbosky ha reso bene la delineazione e la psicologia dei personaggi cercando, nonostante siano essi numerosi, di scavare nelle loro menti, di trovare significati chiave al loro pensieri.

Non ho letto il libro, ma deve essere sicuramente interessante. I temi trattati nel film sono molti e sono attualissimi: il trattamento di tematiche quali droga, omosessualità, sesso e suicidio nel mondo degli adolescenti e dei teenegers.

 

Questo film ha permesso tra l’altro ad alcuni bravi attori giovanissimi ad uscire dalle loro ripetitive parti.

E’ il caso della deliziosa Emma Watson, classe 1990, attrice che ha raggiunto la fama internazionale grazie alla saga cinematografica di Harry Potter, interpretando il personaggio di Hermione Granger nel film Harry Potter e la pietra filosofale (2001) e nei successivi film della saga, almeno 8!!!

Emma è nata a Parigi da madre francese, e padre inglese, entrambi avvocati.

Dopo otto Herry Potter è riuscita ad essere scritturata per una parte in Marylyn (2011) e finalmente come protagonista appunto in questo gradevole film.

 

Logan Lerman, Il protagonista del film con il nome di Charlie è stato soprattutto famoso per alcuni spot pubblicitari e talune produzioni televisive: nato a Beverly Hills nel 1992 è un attore statunitense, conosciuto principalmente per aver interpretato il film del 2010 Percy Jackson e gli dei dell'Olimpo - Il ladro di fulmini. Poi ha iniziato ad apparire in alcuni spot pubblicitari lungo gli anni novanta e in alcune serie televisive. Ha poi recitato nel western  Quel treno per Yuma, nel thriller Number 23 e nella commedia Ti presento Billin Gamer e in My One and Only. (Curiosità: ma lo sapete chela sua famiglia possiede l'azienda di impianti ortopedici Lerman&Son, fondata dal bisnonno di Logan, Jacob Lerman, nella Berlino del 1915?? )

 

Per  quanto riguarda Edzra Miller, che nel film interpreta il fratellastro di Sam, a soli 19 anni sta velocemente mettendo su un importante curriculum, interpretando personaggi complessi nei recenti film “E Ora Parliamo di Kevin” e “Another Happy Day”.  Afferma :” The Perks of Being a Wallflower è stato un libro determinante per me e per molti dei miei migliori amici quando stavamo entrando alle scuole superiori. L’adolescenza è un periodo nel quale è quasi impossibile capire cosa sta succedendo. Viene a crearsi un vuoto immenso dove prima risiedevano l’innocenza e la magia dell’infanzia. Ci sono lezioni che tutti dobbiamo imparare e sono davvero dure. Gran parte del tempo sembra una lotta senza senso. Ma, se riusciamo a mantenere la dignità nonostante il dolore, questo ci darà potere per il resto della nostra vita”. Miller che nel film rappresenta appunto Patrick, ha una comprensione rara della propria identità, secondo Miller stesso. “Lui può stare in mezzo ad una scuola superiore americana e capire di essere gay. Perché lui e il suo fantastico gruppo di pazzi amici idiosincratici stanno tutti cercando di capire le proprie identità, lui riconosce questo in Charlie”. Patrick prende molta della sua forza da Sam, e viceversa: “Sam e Patrick sono maschio e femmina, uno complementare all’altro. Insieme creano un fantastico pezzo unico. I loro cuori uniti possono forgiare qualsiasi tipo di situazione”.

 

E’ interessante aver visto l’intervista del regista, che afferma:

”Ho sempre voluto fare un film basato sul mio libro,Vedevo le immagini così vividamente mentre lo scrivevo. Ma volevo il tempo e lo spazio per farlo nella maniera giusta. Nel frattempo ho lavorato su molte sceneggiature diverse. Ho perfezionato le mie capacità finché non sono stato pronto a scrivere una sceneggiatura che fosse fedele al libro». Chbosky sente un’enorme responsabilità nei confronti dei suoi tantissimi fan nell’adattare la storia in film. Lui stesso dice di aver ricevuto durante i 13 anni dalla pubblicazione, centinaia di lettere ed e-mail di adolescenti. E proprio da quella corrispondenza, lo stesso autore dice:” ero turbato, in quanto mi rendo conto di quanti ragazzi si sentano inesorabilmente soli. Ed il loro più acuto dolore è quello di percepire che nessuno li ascolti, e che a nessuno interessi di loro. Alcuni raccontano che intendevano, a volte, farla finita tanta era la loro disperazione. Ma è anche vero che questa schiera di teen ager aggiungevano che dopo aver letto il mio libro, riuscivano a trovare un appiglio per andare avanti” Così Chobosky aggiunge:”quando succede questo, vieni cambiato, e ti rendi conto della responsabilità che hai.

Il libro è scritto come una serie di lettere che Charlie scrive a un amico senza nome.

 Le lettere di Charlie trattano questioni che i teenager continuano ad affrontare ancora oggi come ieri.

 Alcuni di questi argomenti sono sferzanti, come l’uso di droghe, di alcol o il sesso, bullismo nonché i piaceri e i dolori che si affrontano nel diventare adulti.”

Tutto il racconto insito in “Noi siamo infinito” è puntellato dalla estrema difficoltà, soprattutto per i più giovani di farsi accettare, con le proprie diversità, e peculiarità. Charlie ha un’anima troppo pura, e, sempre e comunque, mette al primo posto la felicità di chi ama, piuttosto che la sua.

Il regista ed autore di questa opera è sicuro che se anche il suo libro è letto soprattutto dai più giovani, l’attrattiva del film trascende l’età. Effettivamente se un adulto avrà modo di guardare Noi siamo infinito potrebbe (forse) avere nostalgia di quell’età. Afferma il regista”sarebbe efficace anche per una madre, per un padre che vedendo quel film si ricordassero di essere stati giovani, e che un figlio od una figlia abbiano sentore di cosa significhi essere giovani. Insomma adulti e ragazzi possono trovare in questa pellicola una suadente chiave di volta per provare a raccontarsi….”

 

In definitiva il film che potrebbe sembrare un banalissimo teen-movie si rivela essere invece un'opera di spessore, che affronta temi legati all’adolescenza, soprattutto al lato tormentato, volubile, e in continua trasformazione di questa età, pur essendo girato con una regia a mio parere un po’ debole riesce a rivelarsi una storia abbastanza coinvolgente e piuttosto commovente sulle difficoltà di vivere la propria adolescenza e di appropriarsi di un proprio posto nel mondo..

 

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