Regia di Stephen Chbosky vedi scheda film
E' un film furbo, che parla agli adolescenti del duemiladodici ma con un'ambientazione di vent'anni prima e una colonna sonora e citazioni letterarie da anni settanta, in poche parole una rete a strascico intergenerazionale. Però va detto che tutto quello che c'e dentro in questo crogiuolo di ricordi e nostalgie dove tutti, più o meno, riconosciamo almeno un frammento dei nostri anni verdissimi, è mescolato ad arte e, secondo me, riesce a coinvolgere uno spettatore non troppo esigente ma al tempo stesso attento e sensibile. Il cast è ottimamente formato e la sceneggiatura ben scritta, per cui, nonostante una certa saccenza tipica dei collezionisti di cimeli e citazioni, la storia scorre sorretta da ottime interpretazioni. Credo che, a parte un giudizio più o meno obiettivo che non colloca questa opera nell'olimpo del cinema in generale e neppure nel settore dei "generazionali", accanto a titoli assai più solidi, la valutazione soggettiva risenta molto dallo stato d'animo dello spettatore al momento della visione; insomma, se si attraversa una fase un po' malinconica ed incerta, come spesso accade nei giovanissmi, oppure si è in vena di bilanci, come accade talvolta ai più grandi, perdersi nel flusso delle musiche, delle citazioni e delle situazioni conflittuali anche un po' stereotipate, è facile. Appunto tecnico: una delle chiavi di volta della storia, l'emergere degli abusi subiti dal protagonista bambino, è davvero troppo timidamente accennata, forse per non turbare un pubblico così generalista, al punto che viene a mala pena percepita, la si può appena intuire..
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta