Regia di Nicholas Jarecki vedi scheda film
Un film fiacco, apatico, noioso. Due gli snodi narrativi: uno finanziario, basato sui soliti intrallazzi del capitalismo moderno, spostamenti di capitali, prestiti, speculazioni, investimenti, compravendite societarie, imbrogli d'alta finanza, chi più ne ha più ne metta; l'altro su un incidente capitato al protagonista, in cui muore la giovane amante, e che vede costretto il malcapitato doppiogiochista (famiglia bene da un lato, avventura passionale dall'altro) a ricorrere all'aiuto del figlio di un ex collaboratore, un ragazzo fuori dai giri che contano, apparentemente un insospettabile, per salvare capra e cavoli, alias famiglia altoborgehese e azienda (le due praticamente coincidono). La Sarandon, moglie devota e comprensiva, e Tim Roth, investigatore trito e ritrito, fanno da spalle a un Richard Gere che ce la mette tutta per rendere credibile e coinvolgente una pellicola senza nerbo, un pretenzioso filmetto di fronte a cui si sbadiglia non poco, irritante e inutile. Si salva solo l'innegabile facino di elegante sessantenne del protagonista, intramontabile ex American Gigolò.
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