Regia di Nicholas Jarecki vedi scheda film
NEI CINEMA DAL MARZO 2013
VISTO SU PRIME VIDEO NEL DICEMBRE 2022
Il mondo gira tutto intorno a cinque lettere: S O L D I (M O N E Y). Ma fino a che punto si può spingere un uomo in nome di essi? E qual è il prezzo che è disposto a pagare per essere “il più ricco del cimitero”? La frode del titolo è solo l’ultimo dei momenti in cui le regole sono infrante. C’è, prima e dopo, tutto un sistema di vita che si basa sulla prepotenza, l’ingordigia e l’ambizione, la lussuria e la menzogna. Tutto quanto nascosto dentro una scatola di lusso, bella moglie e bei figli, appartamenti e uffici sontuosi, auto, jet privati e donne eccitanti.
Nicholas Jarecki (Confini e dipendenze nel 2021 in una carriera non esattamente prolifica ma con estrose testimonianze) scrive e dirige questo coinvolgente thriller ambientato nel voluttuoso mondo della speculazione finanziaria statunitense e scandaglia in modo accurato le azioni di un magnate quasi a fine carriera ma ancora incapace di porre un freno all’insaziabile fame di capitale e alla spumeggiante smania di essere un fuoriclasse della contrattazione. La storia consegna allo spettatore un uomo di continuo a metà strada fra il male e il bene, fra illecito e regolare, fra adulterio e amore, fra egoismo e generosità. La famiglia è il grande, meraviglioso inganno costruito negli anni, col quale illude il mondo, i propri cari ma ancor più sé stesso di aver agito nell’unico modo possibile.
Cast d’eccezione a disposizione di Jarecki con Richard Gere (apprezzato nel 2014 per la particolare prova de Gli invisibili) che in costosi abiti di fresco-lana regala un tipo alla Gordon Gekko, ma più sentimentale dello squalo di Wall Street reso immortale da un Michael Douglas da Oscar (1988). E proprio come Gordon, Robert Miller è mecenate e amante della bella pittrice-scultrice (nella parte una non proprio trascinante ma ancora avvenente Laetitia Casta) che diventerà però una delle cause del declino del suo invaghito finanziatore. Sempre brava invece e anche lei bella, Susan Sarandon (l'anno prossimo sarà personaggio principale nel fantascientifico Blue Beetle), nel ruolo della moglie del protagonista, paziente per una vita ma anche lei con un limite di sopportazione, al fianco di un uomo che per troppo tempo commette l’errore di dare i sentimenti per scontati. Centrato alla perfezione, come al solito, il detective impersonato da Tim Roth (meraviglioso nel 2015 in The Hateful Eight), interprete infallibile nella scelta dei ruoli che, guarda caso, sembrano sempre tagliati a sua misura. Ed è proprio alle scene in cui è presente il talentuoso attore londinese che si deve il più alto tasso di brillantezza del film, grazie anche a dialoghi scritti con intelligenza e mestiere. Si fanno apprezzare anche Nate Parker (La vita segreta delle api nel 2008) nei panni dell’amico fidato e debitore cui chiedere il più scomodo dei servigi e Brit Marling (La regola del silenzio - The Company You Keep nel 2012), figlia innamorata e competente collaboratrice negli affari di famiglia: nei cambiamenti del rapporto con lei Miller coglierà, alla fine, la propria sconfitta più cocente.
Ritmo incalzante e una raffinata fotografia sono altri due capisaldi di una pellicola che sconta giusto una quota di retorica e qualche personaggio lasciato un po’ in disparte. Il male non è gratis e più passa il tempo e più bugie si è costretti a inanellare. C’è la polizia che indaga su una morte ingiusta e una famiglia che disvela le carte di una ricchezza traballante e di un’illusoria felicità. Ideale per una visione avvincente.
Voto 7,8.
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