Regia di Scott Hicks vedi scheda film
Bella confezione per un film esile e gracile.
È una pellicola sentimentale, con deboli addentellati di attualità (la truculenta guerra in Iraq). La trama sarebbe di per sé buona, e una solida base d'appoggio per costruire una vicenda interessante. Tuttavia, la sceneggiatura tende a semplificare, perché, tanto, che ce ne importa dei dettagli? Invece no. L'approfondire i personaggi e il fornire qualche annotazione psicologica sono elementi essenziali per avere un film sostanzioso, e non anemico e quasi del tutto “liscio”. L'unico personaggio che viene un po' approfondito è l'ex-marito della donna: ex donnaiolo, sbruffone, orgoglioso, ma profondamente ferito dall'abbandono e ora terribilmente geloso. Ma cosa sappiamo degli altri? Di lui solo che, al ritorno dall'Iraq, è traumatizzato dalla guerra (elemento però presto abbandonato), e di lei che era molto attaccata al fratello. Sua madre è solo un manichino senza personalità. Ed è un po' poco... specie se l'epilogo è prevedibile.
Nichols Sparks, che sforna best-seller a raffica, è coautore della sceneggiatura. Evidentemente l'approfondimento e le sottigliezze non sono una dote degli scrittori moderni, nonostante le copie che vendono ( o forse le vendono proprio per questo?).
Di buono il film ha una discreta regia (di Scott Hicks) e una fotografia davvero di pregio, indice di cura e talento. Questa è firmata dal non più giovane Alar Kivilo, rappresentante di un'altra generazione di cineasti.
Insomma, non si muore di noia, e il 6- con un calcio nel sedere il film se lo guadagna.
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