Regia di Bernardo Bertolucci vedi scheda film
Lorenzo non ha nessuna voglia di seguire i compagni di classe in settimana bianca, quindi finge di partire e si nasconde nello scantinato del suo palazzo: qui lo raggiunge Olivia, la sorellastra tossicodipendente e sbandata in cerca di un posto dove andare a dormire. Cosa può dire dell’ultimo Bertolucci uno che, come me, ha adorato Il tè nel deserto, ha apprezzato con riserve Io ballo da sola, ha attribuito una sufficienza di stima a L’assedio e non ha ancora avuto cuore di vedere The dreamers per timore di doverlo stroncare? Anzitutto, è un film che fa un effetto curioso: considerandolo in sé, non sembra affatto l’opera di un settantenne; considerandolo all’interno della sua filmografia, invece, è un precipitato di temi ben riconoscibili: ancora una volta lo strano legame tra due gemelli diversi, uno privilegiato e l’altro reietto (Novecento), ancora una volta un uomo e una donna soli in uno spazio chiuso (Ultimo tango a Parigi) e un ragazzo con tendenze vagamente incestuose nei confronti della madre (La luna). Certo, manca del tutto la dimensione politica dei capolavori degli anni ’70: è una storia privata, intimista, anche leggermente insensata, con un nerd asociale che se ne sta bene per conto suo a mangiare carciofini e nutella e a studiare il comportamento delle formiche ma si sente affascinato da questa sorellastra che vive allo stato brado senza curarsi di nulla. Il regista osserva entrambi con sguardo indulgente, divertito: si vede che vorrebbe instradarli verso un futuro migliore, gli fa pronunciare una promessa che chissà se verrà mantenuta, ma si limita ad accompagnarli verso l’uscita senza sapere che fine faranno. Un film probabilmente non necessario, ma utile.
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