Regia di Bernardo Bertolucci vedi scheda film
Due giovani, fratello e sorella, si ritrovano a dover convivere in uno scantinato per una settimana: lui sfugge alla gita scolastica e lei alla schiavitù della droga. Impareranno a conoscersi e a superare ciascuno i propri limiti.
La mano di Bernardo Bertolucci, delicata e capace di lasciare il giusto spazio a personaggi e dialoghi, fa la differenza rispetto a un romanzo (di Niccolò Ammanniti, anche sceneggiatore qui insieme al regista, a Umberto Contarello e a Francesca Marciano) che rispolvera nel più prevedibile degli svolgimenti lo stereotipo della forzata convivenza fra soggetti che in apparenza non hanno alcunchè in comune, ma che piano piano scoprono un'insospettabile affinità. L'affinità in questo caso è un altro dei grandi luoghi comuni della letteratura e del cinema, cioè la medesima ribellione adolescenziale/postadolescenziale che affianca il fratell(astr)o minore (brutto, insicuro, incapace di qualsiasi affetto, maldisposto verso gli altri) e la sorella(stra) maggiore (narcisista, egocentrica, tossicodipendente). Buon per Bertolucci che siano ben riuscite le scelte di casting, pur abbastanza azzardate: dei due protagonisti centrali, il giovane Jacopo Olmo Antinori è all'esordio totale su un set, mentre la venticinquenne Tea Falco ha in curriculum soltanto una particina ne I vicerè (Roberto Faenza, 2007); fra gli altri elementi in scena, Pippo Delbono, Sonia Bergamasco, Veronica Lazar, Rodolfo Corsato. Per Bertolucci si tratta di un atteso quanto gradito ritorno, a nove anni di distanza da The dreamers - I sognatori (2003); sei David sfiorati con relative nomination, tre Nastro d'argento (fra cui due ai protagonisti) guadagnati. 4,5/10.
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