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Io e te

Regia di Bernardo Bertolucci vedi scheda film

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La recensione su Io e te

di barabbovich
7 stelle

Il quattordicenne romano Lorenzo (Antinori, un sosia in versione foruncolosa di Malcolm McDowell) vive con la agiata madre (Bergamasco) in un appartamento semicentrale della capitale. Quando gli si presenta l'occasione per andare in settimana bianca con i suoi compagni di classe, finge di coglierla, spiazzando la genitrice raggiante per questo suo piccolo progresso. In realtà se ne va per l'intero periodo nella cantina di casa (mai visti sottoscala come questo: praticamente un appartamento con tanto di doccia). Ma arriva una sorpresa: Olivia, la sorellastra tossica 25enne (interpretata con straordinaria bravura da Tea Falco, che però ha una delle voci più sgradevoli mai sentite al cinema, con un pesantissimo accento catanese) irrompe in quello spazio chiuso per recuperare un oggetto e rimane anche lei lì per l'intera settimana. I due, figli di madri diverse, impareranno a conoscersi.
Tratto dall'omonimo romanzo di Ammaniti, ex "scrittore cannibale" che ha anche collaborato alla sceneggiatura, Io e te arriva a 9 anni dal precedente The dreamers, complice anche la grave malattia che nel frattempo ha colpito Bertolucci. Si tratta di un romanzo di formazione nel quale ancora una volta si legge in filigrana la predilezione del maestro parmigiano per il tema della cattività (l'imprigionamento nei clichè borghesi de Il conformista, tratto da Moravia; gli spazi claustrofibici di Ultimo tango a Parigi e L'assedio; i condizionamenti culturali imposti a un bambino ne L'ultimo imperatore e Piccolo Buddha). Una cattività che funge da viatico per il giovane protagonista, ancora una volta nel segno del numero due, come era accaduto in Ultimo tango a Parigi, grazie all'incontro con un personaggio ancora più disadattato di lui. Il tutto messo in scena con guizzi di grande cinema e una tensione costante che fanno di Io e te uno dei film più riusciti di Bertolucci.
Nella colonna sonora figura anche una versione in italiano di Space oddity, di David Bowie.

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