Regia di Bernardo Bertolucci vedi scheda film
Il ritorno di Bernardo Bertolucci alla regia dopo quasi dieci anni è con un piccolo film, quasi un nuovo esordio, tratto dall’omonimo libro di Nicolò Ammaniti. Un piccolo film di interni, nei sotterranei cupi nascosti dai luminosi appartamenti borghesi , affastellati di ricordi e nobiltà decadute.
Lorenzo è un adolescente complessato, intelligente e vagamente sociopatico. Decide di isolarsi dal mondo fingendo di andare in settimana bianca con la classe scolastica e invece si rifugia per una settimana nell’ampio scantinato del palazzo. Il suo isolamento viene condiviso con la sorellastra Olivia che fa irruzione nel suo mondo e trascorre con lui le lunghe giornate in solitudine. E’ una ribellione immobile, una fuga iniziata e conclusa nell’intimo, il bisogno di silenzio e la necessità di espandere la sensibilità del corpo in un ambiente non occluso da altri corpi che per contrasto fanno sentire a disagio e fuori posto.
Ballano soli, Lorenzo e Olivia, in fuga dal caos del mondo reclamano entrambi il tempo necessario per ricostruire le rispettive identità, ripensare agli errori e riposizionare i rispettivi ruoli nei confronti degli altri.
E’ un piccolo film, delicato e triste, Io e te, di un Bertolucci trattenuto e misurato, entomologo osservatore come Lorenzo osserva le formiche affannarsi nel diorama del formicaio nella scatola trasparente scelta come unica distrazione “vitale” oltre il computer. Uno spazio ristretto che diventa mondo intero, ogni cosa a suo posto, il minimo indispensabile per rendersi invisibile.
Ma è anche un inno sommesso alla rinascita, quella di Lorenzo che emerge dal “buco” come un essere diverso, nuovo e consapevole. Diretto seduto da un Bertolucci sofferente, la regia negli spazi angusti allarga i limiti del percepito fino ad una struttura labirintica, mentale. Un viaggio verso l’interno di due sinapsi che devono collegarsi e connettersi con il mondo abbandonando i compromessi che fungono da schermo verso la società. Il computer e le cuffie per la musica l’uno, la droga per l’altra. Il viaggio nello spazio, ristretto, ha il suo culmine con una scena già cult del ballo sotto le note di Space Oddity di David Bowie aka Ragazzo solo, ragazza sola.
Piccolo film di attori, pochi e bravissimi, Tea Falco naturalmente indisponente che instilla un’antipatia a pelle nel suo modo strascicato di parlare. Jacopo Olmo Antinori/ Lorenzo, brufoloso adolescente che tira fuori dalle mani gli schiaffi da quanto è problematico. Due facce perfette, due corpi rimodellati, grotteschi e teneri insieme. Io e te è una storia d’amore nella quale è importante tutto ciò che manca. Una presa di coscienza speculare che vede nelle falle altrui l’occasione per donare un pezzetto del sé negato. Poi c’è il fuori, il dolore, le difficoltà. Una strada da prendere e perseguire. Le due strade si divideranno, metaforicamente e materialmente ma questa è un’altra storia non ancora narrata.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta