Trama
7 differenti registi propongono la loro personale visione di L'Avana, la capitale cubana, attraverso sette racconti che, nominati ognuno con il nome di un giorno della settimana, sono indipendenti l'uno dall'altro ma che conservano come tramite semantico un luogo o un posto della città in cui finisce l'azione di un episodio e comincia quella del successivo. Lontani dagli elementi turistici facilmente riconoscibili, lo scopo del progetto è quello di far riflettere sulla cultura dell'isola, sulla vita di tutti i giorni e sull'ambiente che si riflette sui destini della gente.
Approfondimento
UN SOLO FILM PER SETTE GIORNI
Prodotto dalla celebre Havana Club International, compagnia conosciuta per la produzione e la diffusione nel mondo del rhum di Cuba, 7 giorni all'Havana rivela il fascinoso spirito della capitale cubana e l'unicità dello stile di vita della sua comunità. Suddiviso in 7 capitoli differenti, di cui tre (El Yuma, La tentación de Cecilia e Dulce Amargo) scritti dal giornalista e scrittore Leonardo Padura, il film presenta una struttura unitaria garantita da alcuni espedienti che donano compattezza al racconto: al di là della condivisione di luoghi tipici come la spiaggia o il Nacional Hotel, alcuni personaggi appaiono in più di un frammento - ad esempio, il protagonista di un episodio lo si può ritrovare anche come interprete secondario di un altro - in modo da collegare le narrazioni e dimostrare che tutti i contesti scorrono parallelamente, intrecciandosi e intersecandosi varie volte durante l'arco della settimana.
SETTE STORIE PER SETTE REGISTI
Ad aprire le danze è Benicio del Toro che esordisce alla regia, dopo un'eccezionale carriera da attore fatta di interpretazioni memorabili che gli hanno garantito un Oscar come miglior attore non protagonista (Traffic) e una Palma d'Oro come miglior attore (Che). Ambientato durante il lunedì, ha la sua regia l'episodio El Yuma, con protagonista Josh Hutcherson nei panni di Teddy Atkins, un giovane turista americano che si reca in visita per la prima volta all'Havana. Il suo autista, un taxista cubano di mezza età con una laurea in ingegneria mai sfruttata, gli offre un giro poco tradizionale per le vie della città, mostrandogli bellezze locali da togliere il fiato.
Martedì è nelle mani del regista argentino Pablo Trapero , che dirige Jam Session, la storia di un noto regista (interpretato dal vero regista Emir Kusturica ) in crisi personale che si reca a Cuba a ritirare un importante riconoscimento. Nella città trova l'inaspettato aiuto del suo autista cubano, un uomo umile e gentile che si rivela essere un incredibile trombettista.
Mercoledì è il giorno de La tentación de Ceciia di Julio Medem, celebre per aver da sempre creato storie verosimili che riflettono la realtà e il subconscio dei personaggi in scena. Cecilia, la protagonista, è una cantante cubana (così come Melvis Estévez, cantante di professione scelta per il ruolo della protagonista) che è combattuta tra l'accettare l'offerta di un impresario spagnolo e seguirlo in Spagna per fare carriera e il rimanere all'Havana con il fidanzato José, un giocatore di baseball apparentemente duro ma dal cuore fragile.
Per il giovedi di Diary of a Beginner, il regista è Elia Suleiman , conosciuto per la poetica commistione all'interno delle sue opere di toni ora ridicoli ora tragici. Il principiante del titolo è ES, un giornalista palestinese che ha il compito di realizzare un'intervista con una figura di spicco della città. In attesa dell'incontro, che viene rimandato di ora in ora, ammazza il tempo girando per le strade inconsapevole del fatto che qualcuno nello stesso momento sta cercando di appurare la sua identità.
Il venerdì è il giorno di rituali scaccia omosessualità. E chi meglio di Gaspar Noé poteva giocare con la trasgresione e i tabù da rompere? A lui tocca raccontare Ritual, la storia di Yamilslaid, una studentessa afrocubana costretta dai genitori a partecipare a un rito di purificazione che la liberi definitivamente dalla "maledizione" che le fa amare le ragazze e non i ragazzi.
Per il sabato, la regia passa nelle mani dell'unico regista cubano del gruppo, Juan Carlos TabÃo che offre per il suo frammento Dulce Amargo l'immersione in un giorno di vita di Marta. Nonostante per lei sia normale, Marta ha due lavori ma accetta anche di dedicarsi a fare caramelle pur di avere qualche soldo in più per la casa e le esigenze familiari.
La domenica è sacra per la cultura cubana, divisa tra cattolicesimo e divinità pagane, e Laurent Cantet sceglie di raccontarla attraverso La fuente, in cui Martha coinvolge i suoi vicini nell'organizzare per la sera un omaggio pubblico alla Vergine Oshun, apparsale in sogno la notte prima.
Note
Sette “cartoline” dolciamare di 15 minuti l’una sulla relazione tra cubani e “turisti”, gli stessi registi, disorientati e affascinati dalla potenza creativa del luogo, bellissimo e malinconico. L’ingenuo giovane americano a caccia di ragazze, il celebre cineasta che nessuno riconosce, il manager musicale spagnolo rivale di un supermacho locale, Elia Suleiman surreale nella parte di stesso, l’adolescente esorcizzata per un amore lesbico, il grottesco cerimoniale della santeria, e la coppia in fuga verso la Florida. Commozione con humour, Castro resta fuori campo (salvo nell’esilarante sberleffo di Suleiman), ma i sette ritratti inanellano desideri ancora incatenati e assetati di un Cuba Libre.
Trailer
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Commenti (1) vedi tutti
Questo film è composito e diseguale, essendo costituito da sette cortometraggi, opera di sette diversi registi di varia provenienza internazionale. Si tratta, infatti, di un film a episodi, uno per ogni giorno della settimana, slegati fra loro, quanto a contenuto e personaggi.
leggi la recensione completa di laulilla