Regia di Santiago Segura vedi scheda film
Magari non è il massimo iniziare con il quarto capitolo della saga del commissario Torrente, peraltro già “vecchio” di due anni, col titolo del primo episodio e depotenziato del suo 3D originale, per cercare di capire e anche apprezzare il fenomeno - ideato, interpretato e diretto da Santiago Segura - diventato popolarissimo in Spagna dove ha ottenuto incassi stratosferici (ma non ci lamenteremo delle follie delle distribuzioni italiane perché ormai le uscite centellinate di film spagnoli sono da accogliere come miracoli). Ecco dunque il commissario Torrente che porta alle estreme conseguenze la parodia d’un certo cinema di genere costruendo uno dei personaggi più abietti: un poliziotto machista, razzista, fascista, nazionalista... Malgrado ciò non si può non riconoscere come l’accostamento di elementi paradossali alla figura del poliziotto riesca a produrre l’effetto comico ricercato, che gioca sempre e naturalmente sul politicamente scorretto più spinto, dove il cinema di serie B si premura di mostrarci il lato B della nostra società ridicolizzandola. Certo poi in questo episodio Segura mette in scena anche tutta la consapevolezza del suo successo, parodiando esplicitamente i titoli di testa di 007 e offrendo ai suoi spettatori una carrellata impressionante di camei con personaggi, tanto popolari in Spagna quanto sconosciuti da noi, della “cultura spazzatura”. Che non è un ossimoro ma la chiave di lettura del fenomeno.
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