Regia di Claudio Fragasso vedi scheda film
Le barriere della commedia trash scollacciata e scorreggiona sono definitivamente frantumate. Scanzano Jonico, Matera: il cinema si ferma e cede il passo al suo raccapricciante fratello scemo. Jerry Calà, burlesco mattatore in compagnia di un imbolsito e berlusconesco Umberto Smaila («Quando ero giovane suonavo sulle navi») riprende le fila del suo vecchio (tele)cult Professione vacanze, cercando di dare forma a un’insulsa accozzaglia di morti di fama della nostrana cinetelevisione. È lui il capovillaggio e l’autore dei consueti tormentoni da piano bar anni 60. È lui, alla fine, l’unico che ci strappa un sorriso prendendosi un po’ in giro e ricorrendo allo stracotto repertorio di evergreen, tra un «libidine» e un «lo giuro su Little Tony». Il resto è un vistoso imbarazzo per la regia di Fragasso, che inanella momenti di action scult, trucchi visivi che sembrano fatti con il pongo, raccordi di montaggio improvvisati e controfigure smaccatamente identificabili. Tra marche(tte) onnipresenti (vergognoso lo “spottone” al Grana Padano) e dialoghi da softcore di quarta categoria, tette all’aria e sensualità al grado zero, si eleva, siliconata e attonita, una Valeria Marini in versione bellona spiaggiata, che sbaglia i congiuntivi pur non muovendo un muscolo del viso. Nell’Operazione targata Iervolino Entertainment (!) collassano anche Ceccherini e Pannofino: naufragar in questo mare è stato dolce solo per loro. A noi rimane il sale.
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