1962. Pietro (Tiziano Talarico), dopo essere rimasto orfano a soli nove anni, si mette in testa il proposito di rintracciare il padre emigrato, di cui non ha notizie da parecchio tempo. Lascia così il piccolo paese del Trentino in cui vive e parte alla volta della Germania, terra che in quegli anni accoglieva migliaia di "itaker", termine dispregiativo con cui venivano identificati gli emigranti italiani in cerca di un avvenire migliore. Durante il duro viaggio, Pietro conosce Benito (Francesco Scianna), un magliaro napoletano che, dopo essere emigrato in seguito a una parentesi in carcere, lavora alle dipendenze di Pantano (Michele Placido), un capobastone del racket degli emigranti italiani. Decidendo di aiutare il bambino, Benito scoprirà suo malgrado cosa significhi essere padre.
Note
Nella Germania del 1962 il termine “itaker” veniva sputato in faccia dai tedeschi agli emiganti italiani in segno di sarcastico disprezzo. Uno dei tanti appellattvi, come “terrone” per esempio. Il viaggio particolare a cui si presta Benito, il protagonista, parte dal Trentino. Dove il giovanotto accetta l’incarico dal prete di un paesino di accompagnare il piccolo Pietro (rimasto solo dopo la prematura morte della madre) nella speranza di farlo riabbracciare con il padre. Un film interessante per la sua testimonianza storica, non per la messa in scena, televisiva e stanca. Pare, infatti, il pilot di una miniserie, con tanti spunti e personaggi in attesa di sviluppo. Insufficiente per la sala.
La Storia leggendola pare interessante ma la visione e' sconfortante,noiosa,spesso buia e non va da nessuna parte rendendo vane ogni aspettative positive.voto.1.
1962.L'emigrante Benito (Scianna) ha ottenuto il passaporto per la Germania grazie alla custodia del piccolo orfano Pietro ( Talarico) a cui ha fatto credere di potersi ricongiungere col padre.Costretto a stare con gli operai in baracche di legno attigue alla fabbrica,alla fine si lascia invischiare in traffici loschi,gestiti dal boss locale (Placido).L'ambientazione e' discreta ma il… leggi tutto
La televisione racconta. Lo fa a modo suo, cercando di sorprenderci, senza dire nulla di nuovo. Si poggia graziosamente sui nostri stereotipi, sui nostri facili sogni, sui sentimenti abusati che ottusamente insistiamo a considerare nostri. Ci riporta col pensiero alle lettura d’infanzia, ai romanzi strappalacrime dei bambini senza famiglia, senza patria, senza identità, fiabe che… leggi tutto
La televisione racconta. Lo fa a modo suo, cercando di sorprenderci, senza dire nulla di nuovo. Si poggia graziosamente sui nostri stereotipi, sui nostri facili sogni, sui sentimenti abusati che ottusamente insistiamo a considerare nostri. Ci riporta col pensiero alle lettura d’infanzia, ai romanzi strappalacrime dei bambini senza famiglia, senza patria, senza identità, fiabe che…
1962.L'emigrante Benito (Scianna) ha ottenuto il passaporto per la Germania grazie alla custodia del piccolo orfano Pietro ( Talarico) a cui ha fatto credere di potersi ricongiungere col padre.Costretto a stare con gli operai in baracche di legno attigue alla fabbrica,alla fine si lascia invischiare in traffici loschi,gestiti dal boss locale (Placido).L'ambientazione e' discreta ma il…
Nella Germania del 1962 il termine “itaker” veniva sputato in faccia dai tedeschi agli emiganti italiani in segno di sarcastico disprezzo. Uno dei tanti appellattvi, co- me “terrone” per esempio. Il viaggio particolare a cui si presta Benito, il protagonista, parte dal Trentino. Dove il giovanotto accetta l’incarico dal prete di un paesino di accompagnare il piccolo Pietro (rimasto…
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Commenti (1) vedi tutti
La Storia leggendola pare interessante ma la visione e' sconfortante,noiosa,spesso buia e non va da nessuna parte rendendo vane ogni aspettative positive.voto.1.
commento di chribio1