Regia di Stefano Mordini vedi scheda film
Dal discutibile regista Stefano Mordini un film debole che cerca di ricattare lo spettatore con tematiche presumibilmente toccanti come il degrado della società ma che si ingarbuglia in una cornice piatta.
Alla sua uscita il romanzo Acciaio di Silvia Avallone fu generalmente apprezzato dalla critica ma visto decisamente male a Piombino, la località di acciaieri in cui è ambientata la storia, dipinta come una città degradata con persone misere e che si drogano sempre e che ha come unico sbocco interessante proprio l'industria dell'acciaio (quando invece la città ha nel centro storico varie opere d'arte molto conosciute e monumenti architettonici di tutto rispetto).
Dunque da questo soggetto abbastanza misero il regista sperimentatore Stefano Mordini ha deciso di trarne un film.
Il regista non è mai stato molto esaltante e prima di questo aveva diretto il noiosissimo Provincia meccanica (e di recente ha diretto anche Pericle il nero, che non ho avuto modo di vedere ma sembra già un progresso).
Questo Acciaio dunque come l'ho trovato? Semplicemente sullo stesso livello di Provincia meccanica: una schifezza.
Noioso e di una piattezza televisiva, vanta interpreti inadatti a reggere il peso di certe tematiche (in particolare un'aberrante Vittoria Puccini) e che interpretano personaggi mosci e senza personalità. Peggio ancora i personaggi secondari che a quanto so nel libro sono complessi e orgogliosi mentre nel film sono macchiette lasciate a loro stesse.
Le varie tematiche (dall'ambientazione di una città di Piombino deragliante alle più banali storie di formazione) sono attaccate tra di loro con lo sputo, la storia va avanti senza sussulti e con un ritmo soffocato dalla stessa regia che cerca di abbindolarsi lo spettatore più fragile. Il risultato è una debolissima ciofeca dimenticabilissima.
Voto: 3/10.
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