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Acciaio

Regia di Stefano Mordini vedi scheda film

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La recensione su Acciaio

di Spaggy
8 stelle

Entrare dentro le acciaierie, che puzzano di fuoco e di sudore. Uscire dalle acciaierie ed entrare nelle case di periferia che grondano di miseria e speranze spezzate.

Adattare il romanzo di Silvia Avallone non era compito facile per la valenza attuale che comporta. Piombino come Taranto, ad esempio: economie di un sistema industriale che rende anonime ogni individuo ridotto a una matricola da cassaintegrare o mandare in pensione, tutele della persona inesistenti e incidenti sul lavoro da considerare dei puri inconvenienti.
Acciaio di Stefano Mordini non si limita a fotografare ciò che la Avallone aveva descritto suscitando polemiche prima di tutto tra gli abitanti di Piombino. Casermoni abitati da famiglie allo sbando, adolescenti in preda a pulsioni che non sanno controllare, giovani ribelli che auspicano di andar via ma che si perdono in droga e giri notturni restano sospesi di fronte a un lembo di mare che separa il laggiù e il quaggiù, a una sconfinata distesa di pensieri e comportamenti che divide l'oggi dal domani sullo sfondo di un mare inquinato di rabbia, disillusione e avversione.

Due ragazzine, due fiori appena sbocciati, vogliono superare la linea di confine, anche solo per un giorno. Intanto nell'attesa sono costrette a sopportare padri violenti o assenti, fratelli con cui condividere letti e camere, fidanzati più grandi con cui sperimentare i primi approcci sessuali e uomini adulti dallo sguardo lungo. Là dove non arriva la fabbrica, considerata certezza e ancora di salvezza per i giovani maschi, arriva il cemento a divorare le anime. L'unico rifugio è una vecchia baracca sul mare dove nascondersi dagli occhi del mondo e provare ad essere libere, entrare nell'utopia dell'universo dei grandi e illudersi di essere donne.

Seppur con qualche difetto trascurabile, Acciaio pulsa sangue vivo e si presenta come un'opera compatta in cui sostanza e forma si amalgano per diventare struttura. Sceneggiatura, colonna sonora, recitazione e fotografia animano le parole della Avallone. Quanto ci sia di vero e quanto di fittizio non è dato sapere, conta mostrare da vicino le difficoltà del crescere in un ambiente tribale che tarpa le ali e che non offre prospettive, in un contesto dove bastano un paio di shorts e del rossetto per essere grandi e giocare alla vita.

Rispetto al romanzo, l'espansione della sottotrama legata al fratello di Anna permette di confrontarsi con tematiche contemporanee, imperniante sulle difficoltà lavorative e sull'operato impersonale dei tagliatori di teste. Mentre le fiamme dei forni ardono alte e gli ingranaggi dei macchinari non smettono di fermarsi, la dignità del lavoratore in quanto uomo cessa di esistere.

Una bella scoperta Matilde Giannini e Francesca Bellezza, le due giovani attrici protagoniste.

Voto: 7,5

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Ultimi commenti

  1. (spopola) 1726792
    di (spopola) 1726792

    Bellissimo pezzo caro Pietro dentro il quale ritrovo tutte le mie emozioni vissute in diretta ieri in sala Darsena

  2. bezwal
    di bezwal

    Un bel film. E' stato bello vederlo a Venezia e non vedo l'ora che esca! Se volete ascoltarre il clip della canzone sui titoli di coda ....http://youtu.be/GNCU3Hcxy44

  3. Utente rimosso (cinerubik)
    di Utente rimosso (cinerubik)

    Splendida presentazione con considerazioni poetiche direi.

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