Regia di Luigi Zampa vedi scheda film
Le donne devono stare in casa ad accudire il marito ed i figli. C'è il rischio di interpretare in tal senso questo film: rischio mica tanto involontario, considerando l'epoca della pellicola (ad es. il primo voto per le donne in Italia c'era stato solo pochi mesi prima). Che poi la Magnani sia tutto, fuorchè la classica, stereotipata donnina di casa, è altrettanto chiaro; ciononostante si rassegna a tale finale, per il bene del marito e del pargoletto, dopo aver ampiamente dimostrato di essere capace di trattare alla pari con politici e potenti. E questo è un altro limite (logico) del lavoro, scritto dal regista, Piero Tellini e due donne: la stessa Magnani e Suso Cecchi D'Amico; nonostante la composizione 'a quote rosa' del team di sceneggiatori, pare evidente che il maschilismo ai tempi si respirasse proprio nell'aria, percui è inutile stare a sindacare più di tanto sulla questione. L'onorevole Angelina è, in senso più lato, la rivincita dei poveri, degli ignoranti, dei meno fortunati sul loro destino, e non tanto sui potenti e sui ricchi: in Italia questo non è nemmeno pensabile, anzi a guardar bene l'unica cosa che essi fanno è salvaguardare la propria categoria, mandando ingiustamente in galera la 'spina nel fianco' Angelina. Era già tutto chiarissimo anche a quei tempi, sotto questo punto di vista. 5/10.
Angelina è una donna di borgata, a Pietralata tutti la conoscono per la sua vena polemica ed il suo sapersi imporre. Quando si propone di far ottenere abitazioni dignitose ai suoi vicini di quartiere, questi la spronano a candidarsi ad onorevole; ma appena Angelina si mette a trattare con politici ed imprenditori, capisce di non poterla spuntare da sola. Finisce anche in galera, ingiustamente, per qualche giorno; uscitane, abbandona del tutto la politica per dedicarsi alla propria famiglia.
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