Regia di Silvio Soldini vedi scheda film
Cinema italiano medio, con qualche pregio e qualche difetto, come testimonia la presenza di Valerio Mastandrea, attore versatile come pochi altri nel nostro cinema, ma difficilmente esportabile ovunque e riciclabile in quel di Milano, quale idraulico di origini campane.
Un po' come nel 1990 L'aria serena dell'ovest, Il comandante e la cicogna sembra una riflessione sull'Italia e sugli italiani d'oggi. Il tono è però, ancora più di allora, quello della commedia grottesca, attestato come al solito dalla chioma leonina di Luca Zingaretti (a farci caso, in genere l'intento satirico dei film cui prende parte l'attore romano è direttamente proporzionale alle dimensioni della chioma che si ritrova sulla testa), dalle apparizioni della defunta moglie (Claudia Gerini) del protagonista, dal personaggio filosofeggiante interpretato da Battiston e dalle statue dei grandi della storia d'Italia (Leopardi, Garibaldi - il comandante del titolo - e Leonardo da Vinci), sconsolati commentatori di una realtà difficilmente comprensibile. Oltre tutto, questi nostri grandi antenati devono sorbirsi le lamentele querule del monumento all'Uomo Qualunque, tale cavalier Cazzaniga, insopportabile nei suoi commenti vetero-leghisti, e alla fine involontariamente ma opportunamente giustiziato da un operaio gruista. Però, insomma, da Soldini, il cui talento non è mai sbocciato completamente, era lecito attendersi qualcosa di più.
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