Regia di Silvio Soldini vedi scheda film
Silvio Soldini non sarà un autore di primissima fascia, ma ha il merito, e la volontà, di spaziare e di raccontare storie anche particolari; in questo caso condisce l’insieme ricco di personaggi con un tocco di fantasia piacevole per quanto in alcuni aspetti poteva forse spingersi più in la.
Leo (Valerio Mastandrea) è un idraulico che arranca seguendo i suoi due figli e proprio per una vicissitudine poco fortunata capitata alla figlia più grande finisce nello studio dell’avvocato Malaffano (Luca Zingaretti) che vede in lui una persona facile da circuire per i suoi loschi fini.
Qui conosce anche Diana (Alba Rohrwacher) che ritroverà sulla sua strada a sorpresa quando dovrà cercare il figlio scomparso nel nulla per andare alla ricerca della sua amata cicogna.
Intanto le statue di Torino osservano dall’alto quel che succede.
Commedia ricca, di attori (un cast veramente stuzzicante), di idee (piccole e grandi, riuscite o meno) e di spunti sui quali riflettere a partire dalle statue di personaggi storici che non possono fare a meno di vedere e disquisire sullo sfacelo morale e comportamentale imperante (per dirla tutta, postille e dialoghi potevano essere curati meglio).
Ma la storia è soprattutto riempita di maschere curiose, ed un po’ trasandate, con dettagli evidenti, dal sopracciglio bianco di Mastandrea, alla parrucca che ricopre il capo di Zingaretti, per arrivare agli abbigliamenti della Rohrwacher e di Battiston.
Una composizione gradevole che riesce ad alternare gli umori con nonchalance, attraversata (o meglio dire trapassata) dalla toccante presenza del personaggio di Claudia Gerini (del quale sopriremo nel corso del film la verità) vissuta da onesti che si arrabattono per tirare avanti e da truffatori privi di ogni remora (il ragazzo che imbroglia più volte Leo, e sua figlia, per ottenere l’informazione di cui necessita) e pure di gusto (il quadro della giungla voluto dall’avvocato è la fine di ogni forma d’arte), con perle di saggezza disseminate, soprattutto scaturite dal personaggio di Battiston (per esempio, “Difficile acciuffare un gatto nero in una stanza buia, soprattutto se non c’è …”).
I personaggi quindi funzionano, l’intreccio non sempre pare invece equilibrato ed il finale non è poi così definitivo (sembra quasi la chiusura di una puntata di un serial ed a tutti gli effetti con questi soggetti la storia potrebbe prodigarsi all’infinito) per quanto porti con se una buona dose di speranza (un nuovo amore che “salva” due anime) ed un pizzico di disillusione (il disonesto la fa sempre franca) riuscendo così a non affievolirsi sul banale.
Un film dunque piacevole, nel quale si respira un bel clima di compartecipazione (come testimonia anche il backstage di trenta minuti presente negli extra del dvd) al quale manca un po’ di maggiore risoluzione e compiutezza per potersi definite riuscito in toto.
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