Regia di Silvio Soldini vedi scheda film
Alcuni elementi che emergono da questo film:
1) Valerio Mastandrea, sempre valente, è stato inopinatamente abbassato di latitudine con conseguente sostanziale depauperamento delle sue attitudini intrinsecamente roman/romanesche. In parole povere: l’accento napoletano non gli giova affatto.
2) Alba Rohwacher è da considerarsi ormai patrimonio culturale consolidato. Viaggia con la stessa non-chalanche su tutti i registri possibili e immaginabili, dal drammatico al brillante, e, qui simpaticamente conciata come se fosse Arisa, ora anche per il grottesco.
3) Di Claudia Gerini si stabilisce una volta per tutte che non sarà mai in grado di recitare in vita sua. E nemmeno dopo morta.
4) Luca Zingaretti (e l’avvocato che interpreta) è forse quello che da’ più di tutti brio al film, ritmo e sapore.
5) Al granitico Giuseppe Battiston, Soldini affida qui la parte che fu già di Bruno Ganz in “Pane e Tulipani”. Il granitico recepisce la direttiva alla perfezione, ma….
6) …. il Soldini dovrà, prima o poi, tagliare il cordone ombelicale che lo lega a quel piccolo gioiellino che fu “Pane e Tulipani”, o no?
7) Se la cicogna ammaestrata è di una tenerezza disarmante, i dialoghi tra le statue, onestamente, erano proprio da evitare. Si sarebbe forse risparmiato sul budget del ricco parco doppiatori e avrebbe reso meno penoso il doversi porre di nuovo, per l’ennesima volta, il drammatico interrogativo sul perché film come questo debbano rientrare nei film di interesse culturale sponsorizzati (ma anche foraggiati?!?!) da tanto di repubblican-mi(ni)stero.
8) Prima di andare al cinema, bisognerebbe infine ricordarsi che prima o poi, su questo o su quel canale, i film ministeriali passano anche in TV. E che, nei casi proprio come questo, uno non dovrebbe mai mettersi troppa fretta.
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