Regia di Tommy Wirkola vedi scheda film
Non buttiamo via lo spettacolo dell’immaginazione. Il genere di puro intrattenimento può non piacere, gli intenditori possono storcere il naso, ma non tutto deve necessariamente proporsi come un cult. Questo mix di fantasy, horror e action movie strapazza il cinema inteso come arte, per abbandonarsi al puro e semplice piacere di raccontare, improvvisando situazioni, stati d’animo, movimenti ad effetto ed accostamenti buffoneschi. Si può impiastricciare lo schermo con il bozzetto di una favola che continuamente cade nel caos dell’incubo. Si può pensare ai quadri di un racconto declamato in piazza da un cantastorie, ed accettare che, ogni tanto, nei disegni i contorni diventino imperfetti ed il colore sbavi. Ciò non attenua il piacere di tuffarsi nella leggenda che non ha vergogna dei suoi limiti, né delle sue iperboli, che è ingenua come una filastrocca infantile, però non esita a mostrarsi estremamente crudele. Il film di Tommy Wirkola chiude in maniera naturale e coerente il cerchio della famosa creazione dei fratelli Grimm, rubacchiando qua e là, nella cinematografia contemporanea, le suggestioni magiche e gli spunti stregoneschi. Rinuncia espressamente ad ogni ambizione per buttarsi nella mischia, affondando le mani nello splatter, ma senza curarsi troppo dell’estetica, nemmeno quella cinica e irriverente incentrata sul disgusto. Nasce così un prodotto dalla mediocrità talmente discola da risultare in fondo gradevole, scritto e diretto con la mano grossolana e divertita di un pittore naïf che si proponga di ritrarre il volto kitsch e vagamente fantascientifico dell’ambiente agreste, carico di ataviche superstizioni ed istinti primordiali. Una miscela spicciola di occultismo ed avventura sembra scaturire dall’idea che tutto fa brodo, dalla convinzione che sortilegi, mostri, eroi ed innamorati facciano parte dello stesso caotico universo, in cui ogni loro combinazione può dare vita ad un romanzo. La bassa letteratura si sfoglia in fretta, perché l’attesa della fine sopravanza la curiosità di approfondire, e tutto facilmente passa e va. Le pagine che si scorrono veloci sono come le immagini di questo film, fotogrammi di modesta fattura, in fuga verso un sogno irraggiungibile. Questo ruspante sequel della favola di Hänsel e Gretel ci ricorda che tutti i miti spuntano dal fango, dalla terra da cui si vorrebbe poter spiccare il volo, e sulla quale, invece, ci si deve arrangiare con mezzi inadeguati e conoscenze incomplete. Il mistero è un avversario onnipotente. Da esorcizzare, magari, riducendolo ad un fantoccio sgraziato che, con un colpo di mitragliatore-balestra, va in mille pezzi tra schizzi di sangue e budella.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta