Regia di Leos Carax vedi scheda film
Una platea a occhi chiusi (cieca?) che osserva la potenza (non) comunicativa del “fotocinema” di Marey; è prepotentemente sintetizzabile tutto in questa immagine-sensazione Holy Motors, l’ultima prodigiosa opera di Leos Carax. Il problema della registrazione del movimento si contrappone a un pubblico senza movimento. Holy Motors è il cinema in trasformazione – è la trasformazione continua del cinema. È il suo mutare attraverso l’immagine pulsante di un motore che contraddice perpetuamente la sua natura; l’immagine che pronuncia, proferisce, enuncia, parla al mondo con vocaboli luminosi ma allo stesso tempo lo inganna dicendogli: “sono questo ma sono anche altro”. E tutto nello stesso istante, ripetutamente e senza tregua. Il cinema dopo il cinema e dopo la vita. Di nuovo cinema.
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