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Holy Motors

Regia di Leos Carax vedi scheda film

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La recensione su Holy Motors

di maso
8 stelle

 

 

              

 

La bellezza è nell’occhio destro di Mr Merda e non di chi guarda.

Non vi dirò che Holy Motors è un film brutto e nemmeno che è povero di trovate, tutt'alto: fin dall'inizio Carax stesso nel ruolo dell'uomo addormentato con un dito grimaldello scardina un finto muro per aprire una porta sul mondo visto attraverso il cinema o se volete sul cinema visto dal mondo e i volti degli spettatori, in numero più elevato devo ammettere, hanno le stesse espressioni di bronzo dei quattro gatti che insieme a me si sono guardati in faccia alla fine del film ed avevano dipinto lo strazio sulle rughe, si perché la parola giusta da associare al film di Carax è proprio straziante, stancante, pallosissimo ma contemporaneamente geniale per come riesce a rimanere distaccato ed astratto su un argomento che può essere individuato nel rapporto fra l’uomo e la realtà fittizia che lo circonda e lo costringe ad indossare una maschera, truccare le sue fattezze ed allo stesso tempo tracciare una ellisse sul mestiere di attore che ti impone di essere pronto ad accettare qualsiasi richiesta accolta spesso come una sfida ed in tal senso un istrione come il rospo Denis Lavant dotato di una mimica e una fisicità d’altri tempi ne è l’incarnazione perfetta, queste doti che gli permettono di chiudere il cerchio che ha ai lati opposti Monsieur Oscar ricco ed elegante e Monsieur Merde povero e raccapricciante.

L’attore feticcio di Carax tiene duro per tutta la rigida durata come il suo cazzo che sfida per forza la gravità di mantenere attenti i suoi spettatori, in realtà ci si mantiene in vita con il conto alla rovescia dei suoi appuntamenti che sono nove e dei quali fin da subito ho tenuto conto insospettito dal ritmo blando della storia che in realtà è un susseguirsi di interpretazioni della vita stessa truccata sul corpo ed il volto di Oscar, un uomo in apparenza accasato e di rilevanza sociale con la sua limo e le sue guardie del corpo oltre a Celyne che lo scarrozza nella sua lunghissima auto lungo le tappe della giornata intensa che lo attendono e che si susseguono intervallate dal trucco applicato magicamente in quella limo camerino, carrozzone ambulante per le strade di Parigi. mi sembra emblematico dire che mi han colpito più gli intervalli fra i vari atti che gli atti stessi, spesso indecifrabili come L’episodio del redivivo Monsieur Merde, ripugnante creatura delle fogne che fa colpo sul fotografo stravagante per poi rapire la sua modella fra le tombe adornate da epitaffi con indirizzi internet nel cimitero di Père lachaise e portarla underground semplicemente per averla li a portata di caz… di mano, ma questo episodio per un motivo o per l’altro è anche quello che rimane più impresso insieme allo sdoppiamento dell’uomo che uccise se stesso con fiotti di sangue dal collo, gli altri oscillano dall’indifferente della vecchia mendicante che riscuote solo l’indifferenza o quella dell’uomo ologramma che per quanto virtuale, stanco e affaticato dalla catena di montaggio delle immagini riesce almeno virtualmente a far contorcere di piacere la sua amica contorsionista, un papà che sbugiarda la figlia recuperata da una festa dove non si ascolta più quella Reality da un tempo delle mele lontano nel tempo ma a mala pena Kylie Minogue che non è per niente al corrente della noia sprigionata se messa a confronto con Kylie Minogue en chair et en os che incrocia Oscar nella notte in un momento di addormentamento talmente potente che l’uomo senza sonno davanti a me è crollato fra le braccia di Morfeo con la stessa rapidità del momento più vivace del film con Oscar che sprigiona dalla fisarmonica una musicalità dilagante che travolge tutti coloro che si mettono in coda ma come i concerti migliori dura un istante mentre quelli noiosi si portano avanti non vedendo l’ora che finiscano guardando più il quadro del tuo orologio che loro sul riquadro del palcoscenico che saltano da un suono all’altro…..dunque 8 e mezzo sono entrato …..10 e mezzo finisce un’altra ora di strazio circa perché ripeto il film si trascina stancamente in scene pallose e dialoghi improponibili ma sempre capaci di farti aspettare l’inaspettato bello o brutto che sia, c’è spazio per qualche altro appuntamento andato a male come quello dell’uomo del 2001 steso sul letto di morte mentre un’altra interprete finge di essere l’amante che da sempre non ha potuto essere perché inserita nello spazio dell’Odissea di qualche altro nessuno che ha sposato una scimmia e ha dato vita ad uno scimpanzé o ha dato la morte a quel colletto bianco nella limo bianca con i capelli bianchi.                                                            

Fino alla fine si gira a Parigi girando Parigi arpa regina di pari agire, par riparare, par ripartir, pour Paris tour, tous à Paris font le parcour quelle eau par Gigi, passepartout le pontes, Du pont , Tre Pont, Mont res, mon tres, montres l mostri, mostra le mostre, i monasterili strilli di Carax, Xara Che Xara non è la figlia del Che e che Che non significa che c’è bisogno di certo cinema d’arte ma d’arte parti tre a parte (USA – URSS e MARS) l’arte s’impala e si mette da parte a parte finchè la creatività non parte e spalanca le porte di un porto che tropo spesso spossa sposa spesa e sorpresa, soppressa in kili di soppressata troppo spesso soprasseduta e di soprassalto sorpassata son prossimo a sopprimere questa espressa opinione nella pressa della mia prassi con queste auto animate targate HAL 9000 padrone dei loro padroni.

Chi avrà il courage di vedere Holy Motors soffrirà parecchio durante la visione di questo acido lisergico proiettato nel cervello ma chi avrà la fortuna di superare il trauma avrà anche parecchio da pensare sui residui tossici impigliati fra i neuro trasmettitori che circolano nel proprio circuito interno perché raramente mi è capitato di vedere un film che ho odiato fino alla morte mentre lo vedevo ma dopo la sua morte lo vedevo così vivo in me.

 

La colonna sonora

Orrenda tranne il travolgente pezzo corale nell'androne della chiesa e il tema di Monsieur Merde.

Leos Carax

Qust'uomo è un genio e sapete quando me ne sono accorto? Più di vent'anni fa la prima volta che vidi Rosso Sangue.

Denis Lavant

Non è per niente facile fare tutto ciò che è costretto a fare nell'arco di tutto il film, per me questo attore è un piccolo fenomeno ma più per l'espressività corporale e la mimica che per la consegna di una battuta o l'interpretazione di un testo.

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