Regia di Leos Carax vedi scheda film
Opera incredibile, postmoderna, con tutto quello che significa o non significa, un qualcosa partorito dalla mente di Burroughs dopo una cena con Lynch e l'esistenzialismo di Jacques Brel. E Bunuel che se la ride. Un inizio magnifico, una parte centrale difficile e dissonante, poi la chiave che apre tutto il film, fino alla morbida malinconìa della parte finale, fra ricordi spezzati come manichini, canzoni e limousine allucinogene. Riflessione sul ruolo del Cinema? Probabile. Sulla perdita d'identità? Vero. Sulla commistione ormai ineluttabile fra la tecnologìa e il cuore? Anche. Uno dei film dell'anno, poche storie. Qualcosa di completamente diverso.
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