Regia di Kirk De Micco, Chris Sanders vedi scheda film
Nel vasto panorama offerto dall’animazione a stelle e strisce, il più delle volte ormai i grandi successi sono ad appannaggio di sequel, le major rischiano poco ed il pubblico preferisce l’usato sicuro a titoli che da zero provano a farsi largo.
Un’eccezione è sicuramente rappresentata da “I Croods”, per quanto il panorama preistorico richiami nella memoria collettiva i fasti de “L’era glaciale”, gran successo probabilmente più legato ad una gamma di personaggi ben congegniati piuttosto che ad una trama che tende lungo il suo corso ad accomodarsi sugli allori.
L’epoca preistorica non è agevole per gli umani e Grug mantiene in vita la sua famiglia grazie alla paura, preferendo la sicurezza di una caverna all’avventura.
Non la pensa così sua figlia Hip, tanto più dopo aver conosciuto il suo coetaneo Guy, in più una serie di cataclismi obbligheranno l’allegra famiglia Croods a cercare nuovi lidi, nonostante la ritrosia di Grug.
E’ lo scontro tra abitudini diverse, per la precisione tra un modo conservatore di pensare ed uno assai più progressista, a muovere le fila di “The Croods”, a scatenare le scene più divertenti, ma anche provare a smuovere un pizzico di pensiero (aprirsi al futuro ed al prossimo, abbandonare i propri preconcetti, provare a ragionare, ricercare nuove idee per migliorare la propria vita).
Questo anche se poi il canovaccio si lega ad una più classica “fuga” alla ricerca della salvezza, comunque arricchito da una gamma di personaggi cha già solo all’interno del nucleo umano assumano una buona quantità di variazioni.
Sicuramente i più apprezzeranno la volontà di vivere davvero della spigliata Hip (a cui da la voce in originale Emma Stone, scelta ottima visto che incarna assai bene il carattere del personaggio) ed il dinamismo di Guy, col “primo animale da compagnia della storia” (Laccio, un vero portento per versi ed azioni), ai quali fa da contraltare un più ruvido Grug, ancorato alle tradizioni della sopravvivenza, ma poi anche gli altri membri di contorno non sono da meno, tra una selvatica figlia minore ed una nonna decisamente arzilla.
Il resto lo offre un contorno molto colorato, diverse creature inventate per piacere (anche se oltre a Laccio si viaggia su binari meno frizzanti), il tutto gestito con un ritmo sfrenato che gioca a favore della causa del divertimento che, per dirla tutta, dopo una prima parte di contrasti accusa qualche battuta a vuoto, o meglio la necessità di trovare uno sviluppo concreto che porti alle più classiche considerazioni di rito proprie di un finale commestibile.
D’altronde si tratta di un prodotto da usufruire su larga scala (e certe decisioni vanno viste in quest’ottica), il che rimane sempre una sorta di limite alle ambizioni, ma nel complesso c’è di che divertirsi, soprattutto sul versante dello scontro generazionale e delle “scoperte” (vedasi l’effetto del fuoco sui Croods e gli occhi di Hip quando scopre le scarpe, insomma il dna delle donne ha una sua definita memoria storica).
Veemente, ma fino ad un certo punto.
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