Regia di Simon West vedi scheda film
Come legge del mercato comanda, e come molto probabilmente era già nelle intenzioni di produttori e sceneggiatori, il buon riscontro di pubblico ha suggerito a poco più di due anni dal primo capitolo, la realizzazione di un sequel in cui, come consueto, gli elementi dell’originale vengono moltiplicati e ampliati.
Dunque sequenze di azione ancora più lunghe ed esagerate, ai limiti del videogame sparatutto, scenari geografici più diversificati (qui si va dalla Cina ai Balcani, passando per un anonima città degli USA) e soprattutto un cast arricchito dall’arruolamento – è proprio il caso di dirlo – del francese Jean Claude Van Damme, di Bruce Willis e Arnold Schwarzenegger che stavolta entrano di più nell’azione, e insieme all’impassibile Chuck Norris si rendono protagonisti delle sequenze più surreali e autoironiche. Anche in questo caso la trama – scritta in parte dallo stesso Stallone come nel precedente – non brilla per originalità o articolazione: un’organizzazione senza scrupoli tenta di rivendere del plutonio nascosto per anni in una miniera russa in cui sono stati schiavizzati gli abitanti dei villaggi vicini.
L’argomento sa di guerra fredda mentre il dispiegamento di forze e mezzi richiama più una terza guerra mondiale che una missione segreta. Il divertimento violento si tinge di ridicolo e l’inserimento di alcune grevi battute appare forzato, così come i momenti drammatici. Il cambio alla regia quasi non si nota ma nel complesso la pellicola appare meno scorrevole, quantomeno neanche pretenziosa, come chiosano gli stessi protagonisti nel finale.
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