Regia di Simon West vedi scheda film
Soprattutto chi è cresciuto con il cinema muscolare degli anni ottanta (amandolo) trova una buona dose di soddisfazione nell’assistere al seguito de “I mercenari”, caratterizzato da qualche aggiustamento (inutile “spremere” Sly alla regia, seppur Simon West non sia altro che un semplice esecutore) che associato ad una linearità che prevede il minor numero di sbandamenti possibili porta ad un risultato piacevole.
Barney Ross (Sylvester Stallone) ha l’occasione di pareggiare i conti con Mr Church (Bruce Willis) che gli commissiona un lavoro di recupero nell’Europa dell’est.
Tutto sembra procedere per il meglio fino a quando la sua squadra non s’imbatte in Jean Vilain (Jean Claude Van Damme) che riesce ad impadronirsi dell’oggetto della loro missione e che prima di lasciarli uccide la loro più recente new entry (Liam Hemsworth).
I mercenari si metteranno sulle sue tracce per fermare i loro bellicosi propositi e vendicare l’amico morto.
Gira meglio il secondo capitolo de “I mercenari”, sempre esagerato (nel senso buono e giusto del termine), ma meno compulsivo, che all’inizio mette le cose in chiaro con 14 minuti al sangue per poi scegliere un andamento di comodo, tra una missione da compiere e l’entrata di un villain da annientare ad ogni costo con relativo scontro finale a tutto campo (da una sparatoria sostenuta ad un “corpo a corpo”).
Un film più reattivo e costante, tamarro, ma con maggior consapevolezza di se (l’esperienza …) anche se qualche sbavatura c’è, ad esempio non si capisce perché un personaggio senza pietà come Vilain avrebbe dovuto lasciar vivere nemici pericolosi che ovviamente non potevano far altro che cercarlo per vendicarsi.
A condire la situazione ci pensano una felice gamma di battute autoironiche (l’età ormai da pensionati) ed autocitazioniste (si richiamano alcuni personaggi indimenticabili di Sly e Schwarzy) e gli attori che con i relativi personaggi calcano per più o meno tempo la scena.
Stallone è ancora una volta il più presente, questa volta partecipano maggiormente gli altri due grossi calibri, ovvero Schwarzy e Bruce Willis (il primo, anche grazie al personaggio, fa una figura decisamente migliore), Chuck Norris entra furtivamente due volte con (inaspettato) successo, Jet Li ha molto meno spazio ma il suo combattimento a suon di pentolate ricorda con ilarità Jackie Chan, Jason Statham fa la spalla con la simpatia che ha a disposizione (non troppa, ma ci prova), mentre Jean Claude Van Damme appare a suo agio come villain anche se le sue (ex?) doti atletiche potevano essere sfruttate molto meglio.
Qualche sorpresa così fa capolino, si cerca di limitare la retorica (che appare ma non si cavalca come sarebbe stato facilmente possibile), lo spettacolo fiocca tra battute ed esplosioni a tutta forza, i novanta minuti scorrono che è un piacere, soprattutto se messi in competizioni con buona parte degli esemplari di action movie che si susseguono con molto meno estro e se si ha una certa riconoscenza nei confronti dei vecchi cavalli di battaglia di Sylvester Stallone e Arnold Schwarzenegger.
Buona la seconda (in attesa dell’ormai prossima terza).
P.S.
Da non perdere gli errori sul set presenti nell’edizione bluray, tra fucili impugnati al contrario, caricatori che cascano per terra poco prima di far fuoco and many more un’altra dose di autoironia che non guasta (non so se negli anni ottanta, avendone l’occasione, questi attori si sarebbero presi così in giro).
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