Regia di Simon West vedi scheda film
Ricordate la fiera dei "mitici" (aggettivo coniato ad uso comune in quegli anni, prima riservato solo a Thor nelle pagine dei fumetti) anni '80? Ricordate filmacci come Commando, Cobra, Invasion Usa? Se siete sulla quarantina non potrete averlo rimosso; l'epoca dell'eroe muscolare, che soppianto' in quel decennio l'attore di razza ma smunto e fisicamente qualunque (gli anni '80, diciamolo, sono stati pesanti per il trio De Niro, Pacino, Hoffman) ha trovato nei tre protagonisti di quelle adorabili porcherie, gli eroi irrinunciabili di un epoca in cui i problemi non mancavano davvero, ma quanto meno la gente comune (almeno in Occidente) viveva bene con solide prospettive avvolte in una bolla di sapone che sarebbe evaporata in pochi anni.
Rituffarsi in quelle sensazioni rispolverando le cariatidi degli attori (parola grossa, capisco!) che furono, e' stata la geniale trovata di un paio di anni orsono da parte quella fenice di Stallone, le cui vite e resurrezioni (cinematograficamente parlando si intende) non si contano piu' nelle dita di due mani.
Poteva riuscire ad evitare un sequel il nostro immarcescibile eroe? Certo che no, e visto che nella seconda occasione hanno praticamente aderito tutti quelli che nella prima avevano storto il naso (il successo al botteghino compra ogni riluttanza od orgoglio), perche' non continuare all'infinito? Il cast in effetti e' persino piu' accattivante del primo episodio (che pero' era decisamente caratterizzato da una sceneggiatura meno pietosa e rozza della presente, soffocata dal solito sentimentalismo umanitario d'accatto di uno Stallone che proprio non ce la fa a tenere a bada la retorica piu' tendenziosa e soffocante).
Chuck Norris, il piu' emblematico non-attore di sempre, nella sala gremita di turisti esaltati, riceve un applauso ad ogni fugace apparizione che lo riguarda. Swarzy si accaparra un paio di belle battutine spiritose e divide una scenetta godibile in Smart con Willis; Stallone e' sempre il protagonista assoluto, e la sua mimica facciale, compromessa da mille interventi scellerati di plastica, gli ha trasformato il sorriso in un ghigno di sofferenza che ce lo rende ancora piu' maldestramente simpatico nella sua monocorde atonia; il resto sono tutti morti ammazzati (muoiono solo i cattivi come in Commando), ma a differenza degli anni '80 (dove i cattivi cadevano morti come addormentati), ora al pubblico piace vedere il sangue che gronda, le teste che schizzano, e dunque Stallone and Co. lo accontenta (ed incassa).
A conti fatti se oggi, rivedendo una nefandezza come Cobra, mi capita persino di riuscire a rivalutarlo (il film presenta delle scene di inseguimento eccellenti, una setta quasi satanica come nemico che e' tutt'altro che prevedibile e destinata a fare la fine dei birilli, e un duello finale che al confronto quello di Sly contro Vandamme-occhi gonfi e' di una pochezza e banalita' senza precedenti), un film come I mercenari 2, che entusiasma platee di allegri vacanzieri caciaroni, mi rimane sul groppone. Forse basteranno altri 25 anni di lenta digestione per una sana tardiva riabilitazione. A quel punto Stallone sara' in forma piu' che mai, a cavalcare altre serialita' della sua strepitosa carriera da montagne russe, in quel folle lunapark hollywoodiano.
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