Regia di Christian Bisceglia, Ascanio Malgarini vedi scheda film
Discreto horror, tutto italiano.Prodotto più che dignitoso.
Sophia, giovane madre single, dopo il divorzio, si trasferisce con la figlioletta in un nuovo appartamento, all’interno di un palazzo antico risalente all’epoca fascista, in quel di Latina. La vita sembra procedere normalmente. Un giorno la bambina che ha sette anni, perde il suo primo dentino da latte. La madre come vuole la tradizione, suggerisce alla piccola Helena, di mettere il suo dente sotto il cuscino, così la mattina dopo troverà un soldino portatole nottetempo dalla Fatina dei Denti Helena fa come le è stato detto, ripone il dentino sotto al guanciale e va a dormire.
La mattina dopo la piccola tutta contenta va dalla mamma per mostrarle quello che la fata le ha portato tuttavia, oltre alla moneta che ovviamente Sophia ha sostituito al dentino di Helena durante la notte, compare anche un’altra moneta, molto più antica. Nonostante la stranezza del fatto, Sophia non da troppo peso alla cosa, almeno fino a quando la maestra di Helena non la convoca a scuola. La donna mostra a Sophia una lunga teoria di dentini, che la bimba ha ottenuto dai suoi compagni di scuola barattandoli con antiche monete.
Allarmata da questa faccenda, la madre cerca di indagare e interroga la figlia. Helena le racconta spaventata che, ogni notte, la fatina dei denti esce dal vecchio armadio in cui è rinchiusa e le fa visita pretendendo che le procuri dei denti. È l’inizio di un incubo, la bambina è perseguitata, dalla fata dei denti, sempre più esigente, mentre la madre assiste impotente e terrorizzata all’involuzione degli eventi, che prendono una piega sempre più brutta. Rivisitazione in chiave horror della fiaba della fatina dei denti, figura magica di una storiella che ha accompagnato l’infanzia di tantissimi bambini e tramandata di generazione in generazione, una figura misteriosa,di cui si parla tanto ,ma che ovviamente nessuno ha mai visto, nessuno sa se è bella e buona o invece una vecchia e malefica strega. L’attesa del mostro è peggio del mostro stesso, chiunque mastichi il genere horror sa bene il valore di questo assunto, un horror che tiene sulle spine senza mostrare troppo e distribuendo indizi con parsimonia è senz’altro riuscito, a questo si aggiunge un’atmosfera sempre sospesa e densa, un’ambientazione indovinata, con palazzoni e ospedali di estetica cupa, squadrati e lugubri, la luce livida, il ritmo lento, l’assenza di musica.La pellicola ha un andamento ansiogeno, e possiede la forza per far sobbalzare lo spettatore anche senza ricorrere ai soliti jumpscare telefonati, ma attraverso un’atmosfera di grande suggestione, ottantaquattro minuti ben costruiti, arricchiti da fugaci ma raccapriccianti apparizioni. Bisceglia e Malgarini, nonostante si rifacciano, ad altri precedenti modelli, soprattutto quelli orientali, sembrano riuscire a connotare il loro lavoro di una propria originalità, confezionando il film con estrema professionalità, conferendogli un taglio tecnico-artistico di grande livello, con una sceneggiatura raffinata. Come ogni ghost story che si rispetti, la storia procede abbastanza lentamente, per la prima metà del film. Dopodiché c’è un netto cambio di tendenza e il film decolla, riservando tanti graditi colpi di scena agli appassionati, anche grazie all’accurata fotografia, fino al “twist-ending” assolutamente imprevedibile, di un prodotto ricco di inaspettati risvolti e di affascinanti situazioni. Da segnalare la brillante prova attoriale della piccola protagonista
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