Regia di Nelo Risi vedi scheda film
Sola, all'interno di un appartamento in una città nordafricana, una donna riflette sulla sua inquietudine, immaginando dialoghi e lasciando affiorare ricordi, compreso il trauma che l'ha portata in quella situazione. Prova la fuga, ma è troppo tardi.
Thriller senza azione, nè sangue; dramma psicologico senza analisi, solo introspezione della protagonista; Ondata di calore è un film atipico, sicuramente riuscito per le sue ambizioni palesemente autoriali, ma a tutti gli effetti dalla fruibilità complessa e facile invece a essere malinteso. La sceneggiatura che il regista scrive con Anna Gobbi e Roger Mauge è solida come il marmo, ma non porta molti indizi utili allo spettatore, lasciato invece in balia dei fatti sulla scena, privato di spiegazioni o connessioni logiche nell'osservare una storia per lo più priva di scene madri, dialoghi o altri elementi chiarificatori. I rari spostamenti al di fuori dell'appartamento in cui si svolge la gran parte della trama ravvivano quest'ultima, ma fino alla sua conclusione rivelatrice il film 'non decolla mai'. Nelo Risi, laureato in medicina e poeta di una certa fama, ha riscosso un successo 'underground', si direbbe oggi, anche come regista; mai divenuto nome di grido come suo fratello Dino, è però rimasto fenomeno di culto fino ai giorni nostri, autore di opere - come questa o come Diario di una schizofrenica (1969) - dall'evidente affinità stilistica con Ingmar Bergman. Jean Seberg è l'ottima protagonista, al suo fianco ci sono Luigi Pistilli, Gianni Belfiore, Franco Acampora, Lilia Nguyen; l'anno successivo Risi tornerà sul grande schermo con Una stagione all'inferno, ispirato all'opera di Rimbaud. 5,5/10.
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