Regia di Jane Campion vedi scheda film
Un realismo freschissimo e delicato, eppure rigorosamente composto, caratterizza questo cortometraggio d’esordio di Jane Campion. Questo film ci porge un ritratto familiare un po’ fuori dagli schemi, con un bambino, un papà e una zia, che litigano tra loro mentre percorrono in auto una strada di campagna. Il pomo della discordia è un’arancia. O meglio, la sua buccia. Fatta a pezzi e gettata fuori dal finestrino: un puzzle disfatto che causa, istantaneamente, la disgregazione dell’armonia di quel quadro, potenzialmente idillico, da gita fuori porta in un pomeriggio d’estate. La storia è tutta lì, compressa in una manciata di minuti, sul bordo di una carreggiata circondata da prati incolti. Eppure è carica di una tensione finemente articolata, che percorre i registri dell’irrequietezza infantile, del nervosismo dell’età adulta, dei contrasti tra fratello e sorella, dell’ambivalente legame di complicità/rivalità tra padre e figlio. Una vicenda piccola, ma densa e irrisolta come tutte le situazioni critiche, che, per definizione, si collocano a metà del tempo, negli snodi del percorso esistenziale di ognuno. Jane Campion ne fa una miniatura moderna e vivace, in cui il dialogo segue le linee di fuga della fantasia, invitandoci ad immaginare quello scrappy bit of land (un terreno malconcio e poco attraente) che i tre personaggi sono andati a visitare, e quella puntata del telequiz Countdown (Conto alla rovescia) che la donna lamenta, quel giorno, di doversi perdere, suo malgrado, per la prima volta in ben due anni. Il discorso sembra semplice, ma porta al di là dei confini dell’immagine, indirizzando il pensiero verso la figura di una madre che è assente e non viene nominata (e viene da chiedersi perché) e verso il passato di due persone che sono cresciute insieme, e che, sulla base di vari indizi, possiamo immaginare unite e divise dal classico rapporto di amore ed odio. An Exercise in Discipline è un’opera graziosa e leggera, piacevolmente calata nell’imperfezione del mondo, e nella ruvida semplicità della gente comune: protagonisti sono gli umori, i caratteri, le piccole manie, che fanno, di qualunque situazione, un complesso spaccato della vita vera.
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