Regia di Ugo Gregoretti vedi scheda film
Il cadavere dell’operaio Trabucco si rianima miracolosamente grazie a Omicron, emissario del pianeta Ultra mandato in avanscoperta per preparare l’invasione della Terra: tarda un po’ a recuperare l’uso del cervello e del linguaggio ma in compenso acquisisce un’enorme abilità manuale, tanto da surclassare ogni record di produttività e da suscitare l’avversione dei colleghi normodotati. Cornice fantascientifica per un film di satira sociale (per gli industriali Trabucco-Omicron è l’operaio perfetto, che lavora senza stancarsi, senza commettere errori e senza avanzare nessuna rivendicazione sindacale): un L’invasione degli ultracorpi autarchico, dalla confezione sgangherata e dall’ambientazione straniante (Torino assume il nome di Subalpia), con un tocco di Tempi moderni nella descrizione dei ritmi disumanizzanti della catena di montaggio. L’ultima parte, occupata dai grotteschi tentativi di Omicron per fare uccidere Trabucco e non restare intrappolato nel suo corpo, tende alla farsa; e l’interpretazione di Renato Salvatori, esagitato e strabuzzante, influisce negativamente sul voto. Sottofinale umanista (forse la coscienza è l’arma che ci salverà), ma finale desolato: gli alieni sono già in mezzo a noi e hanno occupato i posti di comando.
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