Regia di Robert B. Weide vedi scheda film
Woody Allen più che un regista è un intero universo: circa 40 film alle spalle, alcuni comici, altri drammatici, altri ancora un mix più o meno omogeneo di comicità e dramma, sulle orme di Fellini, sulle orme di Bergman; sempre comunque conservando una autentica originalità. Perché Woody è l'autore per eccellenza; sceglie la storia, la butta giù con una vecchia macchina da scrivere; poi sceglie gli attori, la musica, e dirige il tutto; e alla fine la sua regia è come la firma di un romanziere sul proprio libro.
Il documentario tratteggia la carriera del grande regista partendo dalle origini, quando Woody, ancora timido e impacciato, cominciava a esibirsi sul palco sparando battute a tutto spiano che non sempre venivano capite; passando poi ai primi film di stampo comico; approdando infine a Io e Annie, 4 Oscar che rappresentano lo spartiacque verso i lavori più ambiziosi e maturi.
Il documentario, per la verità, non dice nulla di particolarmente nuovo: Woody Allen è un regista tutt'altro che misterioso; nelle numerose interviste, rilasciate nel corso di una vita, ha sempre raccontato se stesso e il suo lavoro con una grande generosità, unita a una modestia che potrebbe risultare artefatta per quanto proverbiale. Ma il documentario è comunque un sunto efficace di un artista insaziabile, versatile e prolifico; uomo di genio e uomo qualunque; per il quale ogni traguardo raggiunto non è che il punto di partenza per altre esperienze artistiche e nuove soluzioni da inventare.
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