Regia di Ivan Silvestrini vedi scheda film
Commedia che irrompe sul tema “identità sessuale” (la tendenza è ancora quella di far finta di niente), affrontandolo con parecchia freschezza, non così facile da ritrovare in buona parte del cinema italiano contemporaneo e comunque declinato in una forma di facile ricezione per il pubblico che però (anche) questa volta ha scelto di starsene alla larga ed in fondo, pur con diversi difetti, è un (piccolo) peccato.
Mattia (Josafat Vagni) sta per trasferirsi a Madrid dal suo fidanzato Eduard (Josè Dammert), quando quest’ultimo gli comunica di stare arrivando da lui per conoscere i suoi genitori (Monica Guerritore e Ninni Bruschetta).
Purtroppo Mattia non ha ancora avuto il coraggio di dire tutto ai suoi, nonostante lo abbia fatto credere ad Eduard, così cerca in ogni modo di evitare l’incontro avvalendosi dell’aiuto dell’amica Stefania (Valeria Bilello) e dell’appariscente Giacomo (Francesco Montanari).
Scappare non è l’unica possibilità che gli rimane.
Una pellicola in stile “acqua e sapone”, molto scontata nella sua costruzione (tra fraintendimenti, segreti e poi rivelazioni), pur rimanendo spesso piacevole, in sostanza allegra ed anche un po’ scombinata.
Un tragitto che fa spesso leva su considerazioni abitudinarie al cinema, con equivoci sparsi e più personaggi richiamati a passare attraverso le “disgrazie” e le preoccupazioni di Mattia.
Sono proprio le “maschere” di contorno a dare un contributo non secondario per sostenere in piedi l’equilibrio; Ninni Bruschetta ha scritto sulla pelle il carattere del suo personaggio, Francesco Montanari si ritrova nei panni che non si direbbe possano andargli bene (invece è gagliardo), Valeria Bilello è decisamente naturale quanto radiosa e Monica Guerritore sa riempire il suo (non troppo ampio) spazio.
Il più rimane comunque ascrivibile al momento clou e rivelatorio, che viene rappresentato con sincerità ed esposto con gradevolezza, in fondo talvolta le paure di ognuno di noi appaiono ben più grandi di quanto poi in realtà non lo siano, tanto più quando si rimane all’interno della propria famiglia che a volte ci incute timore, ma che al momento del bisogno non si gira dall’altra prte.
Un prodotto onesto, che si guarda senza colpo ferire, con un ritmo discreto a fare da sostentamento alla causa, certo che qualche idea in più non avrebbe guastato (75 minuti rimangono troppo pochi).
Gradevole, ingenuo ed un po’ spuntato.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta