Regia di Brian De Palma vedi scheda film
Omicidio a luci rosse è stata una delle mie prime folgorazioni - o forse è meglio definirla ossessione - cinematografiche e per questo occupa una posizione privilegiata.
Forse parlare di capolavoro, soprattutto dopo aver allargato le conoscenza in materia, è un po’ (ma non troppo) esagerato, ma Brian De Palma costruisce un’insieme capace di creare suggestioni che colpiscono lo spettatore con arguzia, accompagnando lo svolgimento con abilità tecniche che si possono constatare ad occhio nudo, che solleticano la curiosità dei cinefili di lungo corso per i suoi richiami e quella dei nuovi arrivati per come riesce ad aprire un mondo.
Jake (Craig Wasson), dopo vicissitudini di vita non proprio felici, si ritrova a soggiornare in una villa dalla quale vede più volte una donna spogliarsi: l’infatuazione è immediata.
Poi, senza poter intervenire, assiste al suo omicidio, e successivamente crede di rivederla nei panni di un’attrice porno (Melanie Griffith).
Grande cinema di Brian De Palma che, in questa circostanza (ma non sarà, per fortuna, l’ultima volta), mette in scena tanti temi a lui molto cari.
Il lato vouyeristico è assolutamente dominante in più circostanze, ma poi troviamo anche molto altro, come il redigere cinema sul cinema (trasposizione notevolissima di parte e arte).
La formulazione è così estremamente affascinante, le sfumature sono molteplici, la soluzione non si appoggia sul prevedibile, magari la visione si può sintetizzare anche in maniera più semplice (e questo è comunque un ulteriore merito), ma poi offre anche molto di più se si ha voglia di indagare e di andare oltre le “semplici” apparenze.
Molto brava Melanie Griffith (fu amore al primo... strip!), ottime le musiche che fanno da contorno soprattutto quando la tensione va in crescendo (e le occasioni non mancano).
Dunque Brian De Palma costruisce un ambient complessivo di grande livello artistico, da un lato è evidente un omaggio al cinema di matrice hitchockiana, ma d’altro canto non si limita affatto a richiamare solo cose già viste, ma trova snodi narrativi ed estetici in grado di andare oltre, con continui cambi di prospettiva.
Ed il finale è, come di rado accade, la sacrosanta ciliegina sulla torta.
Cinema con la C maiuscola, una piccola perla troppo spesso sottovalutata rispetto ad altri film del regista (penso agli osanna che seguono invece il suo, seppur buono, Scarface).
Da coltivare, summa del grande cinema depalmiano.
Tecnicamente abilissimo, impreziosisce il suo film con tante scelte illuminanti creando un contesto decisamente riuscito.
Bravo.
Fu amore a prima vista.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta