Regia di Edo Tagliavini vedi scheda film
Sandra deve realizzare il backstage di un film porno vicino al bosco dove sua sorella era stata uccisa 15 anni prima dal “Chirurgo”, la cui opera di torturatore è ora perpetuata da un emulo. La vicenda della ragazza contiene digressioni da psicothriller anni 70 (emersione del trauma, visioni fantasmatiche in soggettiva) affiancate a suggestioni grafiche ipermoderne con isterismi in macchina a mano, montaggio serrato ed echi di torture e violenze realiste sulla scia dei recenti modelli d’oltreoceano (da Hostel in giù). Nella seconda parte irrompe l’horror e i fantasmi assumono consistenza materica incarnandosi in zombie. Esplode il gore e il campionario di uccisioni diventa vario e magistralmente confezionato. Tagliavini sfrutta al massimo le professionalità coinvolte – da Sergio Stivaletti fino agli attori – e si concede il lusso di una citazione finale nel trucco della Faiella, simile a quello utilizzato da Lucio Fulci su Antonella Interlenghi in Paura nella città dei morti viventi (1980). Il finale approssimativo, alcune trovate trash (il regista del pornofilm si chiama Klaus Kinki!) e la prevedibile identità dell’assassino limitano non poco le potenzialità del prodotto, che tuttavia rimane merce rara nell’agonizzante cinema nero del Belpaese.
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