Regia di Curtis Bernhardt vedi scheda film
Mèlo-noir d'alto livello gestito alla grande dal talento di Bernhardt e da quello di tutto il cast sia tecnico che attoriale. E qui la Crawford sfrutta la scia de Il Romanzo di Mildred e dell'Oscar guadagnato, per interpretare con trasporto il ruolo da protagonista, donando al dramma della scizofrenia un abbandono tipicamente melodrammatico. Tanto è vero che lo psicologo curante sentenzia:
- I semi erano lì e l'ossessione per quell'uomo gli ha fatti germogliare.
La follia, l'amore, la passione non corrisposta, la gelosia, l'irrimediabile insofferenza esistenziale, i rimorsi, portano Louise ad un vicolo cieco. E' posseduta (da qui il titolo originale Possessed), perde il controllo di se stessa non agisce, reagisce ad impulsi irrazionali, il crimine è partorito dall'ossessione e l'ossessione è incontrollabile. Il nero tocca il mèlo e viceversa, negli anni cruciali di tutte e due i generi, la psicoanalisi è la guida di questa sovrapposizione, la messinscena il mezzo. Infatti fra le luci noir, 'brillano' delle soggettive da applauso come l'inizio in barella molto simile a quello di Carlito's Way e dei primi piani disperati, punte di diamante di una regia esperta, abile a mischiare i piani temporali e a rendere il racconto pieno di dubbi come la mente della protagonista. Infatti la verità diventa relativa, visto che è raccontata da una donna in preda ad alterazioni emotive, l'unico appiglio è la fiducia reciproca, ma la strada è inevitabilmente in salita. P.S. Van Heflin tocca vertici di 'odiosità' inarrivabili!
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta