Regia di William Wyler vedi scheda film
" L'impossibilità di una redenzione nella luce per via di una natura che è la sola conoscitrice delle oscure perversioni dell'animo umano"
Piccolo capolavoro di Wyler e sua prima opera pre-Vacanze Romane che vedo dopo le quattro degli anni 50 e 60. Il regista confeziona una sorta di proto-noir; genere del quale poi Wilder ne avrebbe codificato tutti i dettami con La Fiamma del Peccato qualche anno dopo.
Il fatto di essere un proto-noir invece di depotenziarlo, non fa' altro che accrescerne l'interesse verso di esso e renderlo molto interessante agli occhi dello spettatore, poiché Wyler sembra percorrere altre strade che il genere poi avrebbe ignorato per seguirne delle altre.
La storia é robetta; una donna (Bette Davis) uccide un uomo e si professa innocente sostenendo di aver subito un tentativo di violenza da lui. Una lettera però sembra dire tutt'altra versione dei fatti sull'accaduto.
Inutile dire che noi spettatori subito sappiamo che la colpevole è Bette Davis e l'uccisione dell'uomo è un vero e proprio omicidio e non una legittima difesa. È lo stesso regista a dirci questo immediatamente ad inizio film inquadrando Bette Davis nella penombra notturna e con un movimento di macchina lento ed accorto le si avvicina lateralmente sino ad inquadrare il volto. Quello a cui assistiamo è lo sguardo di una killer spietata e l'atto di cui siamo partecipi è quello di un'esecuzione. Un' espressione del viso di pura magnetica potenza che non rivedremo mai più per il resto del film... per lo meno non con quella medesima intensità. Dove non arriva l'analisi dell' essere umano nell'indagare il proprio simile, ci giunge in soccorso la natura, la quale svela pienamente l'animo perverso della donna ed infatti dopo l'omicidio iniziale, la luna piena liberandosi dalle nuvole si svela e in controluce Wyler fa' proiettare la lunga ombra sinistra della protagonista che sembra tagliare in due il cadavere accasciato a suolo.
È un film che gioca sul tema del doppio in tutto e per tutto; rettitudine-perversione, inglese-malese, civilizzato-selvaggio, innocenza-colpevolezza, uomo/donna-natura. Interessante notare come la figura della protagonista sia una sorta di prototipo di Dark Lady. Si un prototipo perché lei invece di cercare l'oscurità, anela alla luce; più che alla menzogna mira alla sincerità. È interessante come Bette Davis faccia percepire tutto questo contrasto allo spettatore con il solo sguardo. Non era un'attrice famosa per la sua bellezza, ma qui ha un'aura angelica per quasi tutto il film a dispetto della sua indole; infatti. indossa occhiali, ricama merletti e nell'incontro nella Chinatown, si vede indosso con dei vestiti e uno scialle bianco.
È una Light-lady angelica che nasconde si un lato torbido, ma cerca l'amore... un'amore puro probabilmente, per il quale arriva anche ad uccidere. Il simbolismo con il coltello di Confucio è interessante poiché l'impugnatura è bella ed elegante, ma appena lo estrai, una lama tagliente e scintillante è pronta a far male se usata. Il crimine di cui si è macchiata però, non è altro che rivelatore della sua vera essenza e i costanti sguardi che lancia verso la luna piena (i cui raggi filtrati dalle finestre o dalle palme le illuminano in penombra il viso) in cerca di una redenzione impossibile, saranno destinati ad essere occultati presto dalle nuvole.
Interessante come tutti i personaggi principali, cerchino in qualche modo una luce (onestà, amore sincero, perdono etc...) e nella ricerca di essa, ne restano feriti e sconfitti al contatto con la realtà delle cose.
In sostanza Ombre Malesi è una sorta di proto-noir immerso in uno scenario tropicale suggestivo ma che al contempo crea anche un'atmosfera cupa da incubo (basta vedere il personaggio della donna malese alla Chinatown). Wyler coadiuvato da una Bette Davis in gran forma (autrice di una perfomance stridente e straniante con la sua personalità, ma intimamente sentita) e da uno scenario tropicale che è un protagonista vero e proprio, grazie ai giochi di luce ed ombre, confeziona un film visivamente affascinante e che all'epoca ricevette svariate nomination all'Oscar senza vincere nulla. Quello che conta però è la prova del tempo ed oggi tale film seppur trascurato e poco conosciuto rispetto ad altri più famosi del regista, risulta datato in poco o nulla.
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