Regia di William Wyler vedi scheda film
Un classico esempio del noir movie anni 40 questo "Ombre Malesi" diretto da William Wyler, regista già affermato, ma che conoscerà molta fortuna con i film a venire.
La sceneggiatura che riprende il romanzo del 1926 "The letter" (stesso titolo per la versione originale in inglese) si sviluppa attorno alla figura della protagonista principale Leslie Crosbie, ricca moglie di un imprenditore della gomma inglese stabilitosi in Malesia, spesso lontano da casa per gli affari.
In una soave notte tropicale, la donna viene scoperta dai suoi servitori uccidere un uomo a sangue freddo a colpi di rivoltella, mentre quest'ultimo usciva dalla porta di casa. I servitori svegliati dal trambusto accorono sulla scena e sgomenti assistono all'ulteriore violenza che la donna infligge sul corpo del malcapitato con altri colpi di pistola sparati all'uomo ormai inerme.
Già da queste prime enfatiche scene si comprende chiaramente come Leslie Crosbie (un'immensa Bette Davis) a dispetto della sua bellezza nasconda dentro di se un lato oscuro, evidenziato dalla ripetuta violenza inflitta all'uomo (che si scoprirà essere l'amante), e soprattutto per la fredda e calcolata esecuzione che non tradisce la minima emozione, ma che lascia la donna impassibile.
Su questo omicido Wyler costruisce un dramma borghese attorno alla figura della complessa figura di Leslie, donna bella e tipicamente benestante, dal linguaggio forbito e di buone maniere, ma allo stesso tempo un'assassina, subdola e metodica, capace di ammaliare con uno sguardo.
Il film si articola e sviluppa attorno all'inevitabile processo a carico della donna, che vista dai servitori, si vede costretta gioco-forza a sottostare alla situazione e collaborare con le istituzioni, inventandosi una storia all'apparenza plausibile che gioca sulla legittima difesa. In suo aiuto accorrono il marito Robert, marito un po' succube un po' ignaro e il loro avvocato Howard Joyce, che fin dal suo arrivo sembra intuire delle incongruenze alla versione data e sarà costretto in seguito a confrontarsi con la sua integrità morale e il suo dovere di avvocato difensore, quando la situazione porterà a dei colpi di scena inaspettati.
Seppur la vicenda sia prevedibile, il film mantiene un buon ritmo sorretto in gran parte dalla grande prova della Davis, qui classico esempio di Femme Fatale. Dialoghi ben costruiti si alternano a lunghi silenzi fatti di sguardi carichi di tensione, il tutto nell'ammaliante atmosfera malese. L'ambientazione in chiaroscuro è quella tipica del noir, cosi come i personaggi subdoli e profittatori che si mescolano ad altri soltanto all'apparenza più benevoli, in una spirale in cui nessuno uscirà vincitore.
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