Regia di William Wyler vedi scheda film
Modesta telenovela di un mediocre regista di successo, fa acqua da tutte le parti. Bette Davis (peraltro più brava da vecchia) al suo peggio, ma non per colpa sua: si comporta da fredda calcolatrice (e come tale è lodata da Mereghetti) ma tutto il racconto si basa sul fatto che sia perdutamente, follemente, innamorata dell'amante, che uccide per gelosia; poi però si umilia di fronte alla rivale per aver salva la vita, e alla fine si offre spontaneamente alla vendetta di lei. Nulla della storia né della psicologia dei personaggi si regge: non si capisce perché l'integerrimo avvocato amico del marito si decide al reato di comprare la lettera che prova la colpa di lei (e che dà il titolo originale al film, The Letter): se è sedotto dalla donna fatale non lo si vede, né lei dovrebbe essere fatale, bensì innamorata. Anche le critiche nei confronti dei colonialisti si possono indovinare ma si riducono al fatto che parlano sempre di "servi" con un certo disprezzo; in compenso l'aiutante indigeno dell'avvocato è presentato peggio di tutti gli altri, alla faccia dell'anticolonialismo. Il marito innamorato non sospetta nulla neppure quando deve comprare la lettera. La fotografia (superlodata da Mereghetti) vorrebbe suggerire dramma ripetendo la stessa banale immagine notturna del profilo di un albero contro una nuvola illuminata dalla luna, sempre la stessa, pur essendo riproposta da posti e in momenti diversi.
Vedendo e rivedendo altri film di Wyler di questo periodo lo rivaluto, ma di questo film mi sembra di dover conservare il giudizio che ne ho dato, anche se ormai ho cancellato il film, né ho voglia di rivederlo ancora. Del resto altre storie ed enciclopedie neppure lo nominano. Unica giustificazione al film è forse la fedeltà del regista al testo, che non credo valga molto…
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta