Regia di Susanna Nicchiarelli vedi scheda film
Non sarà azzardato ambientare una nuova versione di "Ritorno al futuro" nell'Italia degli anni '80 durante gli ultimi drammatici e sanguinosi strascichi degli anni di piombo? Nell'estate del 1981, quando in riva alla spiaggia impazzava nei juke box "Video killed the radio star" e "99 luft balons", nelle università alcuni docenti universitari simbolo dello Stato e delle sue regole, cadevano a terra sotto i colpi di pistola delle falangi armate irriducibili e tutt'altro che dome. Il professor Astengo, dopo aver visto a terra senza vita a pochi passi da lui il suo collega più stimato, sparisce nel nulla e per la moglie e le due figlie questo episodio segna uno shock indelebile ed inesauribile.
In occasione del trentesimo triste doloroso anniversario di quella scomparsa che sa troppo di rapimento terminato con una eliminazione, le due figlie Caterina e Barbara sono occupate a svuotare la casa di vacanza al mare posta in vendita dopo la scomparsa della madre. Per un caso del destino Caterina, che vive anche un periodo di delusioni lavorative che la rendono pessimista e ombrosa, scopre nel vecchio telefono presente ancora in quella casa rimasta sospesa nel tempo, il mezzo per entrare in contatto con la bambina di se stessa di trent'anni prima, proprio alla vigilia della sparizione del padre.
La risposta alla domanda iniziale è a mio avviso affermativa: è un po' forte l'assunto di base, ma tutt'altro che irrispettoso per come esso è trattato. Senza poter essere in grado (almeno per ora) di giudicare la fedeltà al noto romanzo di Walter Veltroni, il secondo film della Nicchiarelli (anche interprete nel ruolo importante della sorella minore Barbara) è decisamente più ambizioso dell'interessante carino esordio di Cosmonauta del 2009. Ambizioso e talvolta troppo sovraccarico di episodi e situazioni non sempre felici (un storiella d'amore col giovane figlio del professore ucciso, la figura un po' macchiettistica di Rubini fidanzato irrisolto e malinconico), e dunque in un certo senso meno riuscito del primo; ma intenso ed appassionante ogni qual volta la vicenda torna a ruotare sullo stimolante equivoco temporale che permette alla protagonista adulta se non di modificare il futuro che sta vivendo, almeno di scoprire la verità: di scoprire l'alba, come rivela il bel titolo del film. Un'alba sincera e seducente che tuttavia una volta scoperta lascia un profondo amaro in bocca, una delusione cocente o almeno una sfiancante rassegnazione. Forse talvolta è meglio non sapere, e il prezzo della verità è troppo pesante e scomodo da accettare. Come in questo caso. Lode a un cast interessante che aiuta a superare diverse incertezze e passi falsi, alla fine tutto sommato digeribili.
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