Regia di Cesare Ferrario vedi scheda film
Firenze, 1985. Un maniaco assassino trucida le coppiette che si appartano nelle campagne. Un intraprendente scrittore sta ricostruendo la scia degli omicidi, che prosegue ormai da due decenni, per giungere all'identikit del mostro.
Instant-movie che generò un immediato riscontro di pubblico e soprattutto di attenzione da parte della censura, che provò perfino a toglierlo dalle sale per qualche tempo, Il mostro di Firenze è in realtà un'operina artisticamente molto modesta, ma capace di far leva sulle curiosità più morbose che all'epoca ammantavano il misterioso caso del pluriomicida di coppiette. Un incubo durato molti anni, culminato in un processo nel quale si sono alternate luci e ombre; qui a Cesare Ferrario interessa in particolare mettere l'accento sulla normalità del cosiddetto mostro e lo fa raccontando una storia thriller di pura fiction nella quale uno scrittore, lavorando su iniziativa personale, arriva pian piano a ricostruire l'identità dell'assassino e a sfiorarla perfino. Nulla di tutto ciò è accaduto nella vita reale, anzi il caso è rimasto uno dei più intricati e oscuri della cronaca nera di fine Novecento in Italia; data tale premessa e soprattutto considerando che nel 1986 mancavano ancora parecchi sviluppi alle vicende (anche se gli omicidi si erano conclusi), girare questa pellicola è stato indubbiamente un gesto azzardato e prematuro. Il film a ogni modo di per sè funziona, nonostante una confezione paratelevisiva e una narrazione blanda; per Ferrario - già attore in qualche produzione sul piccolo schermo - d'altronde si tratta dell'esordio dietro la macchina da presa, nonchè come sceneggiatore, in questo caso insieme a Fulvio Ricciardi e con la collaborazione ai dialoghi di Linda Brunetta. Nel cast: Leonard Mann, Gabriele Tinti, Bettina Giovannini, Lydia Mancinelli, Francesca Muzio, Federico Pacifici. 3/10.
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