Regia di Julien Magnat vedi scheda film
Con questo confusionario ed inefficace thriller, continuano le scelte cinematografiche come minimo infelici di Milla Jovovich, attrice dotata di una fisicità prorompente, come anche di una presenza scenica intrigante, che però fa sempre, e di più, una fatica pazzesca a trovare un ruolo, e con esso uno script, in grado di valorizzarla.
E non solo anche questa volta le cose non vanno bene, ma probabilmente si tratta proprio del peggior film della sua carriera.
Tra lavoro e fidanzato la vita di Anna Marchant (Milla Jovovich) procede senza intoppi, fino a quando mentre è in fuga da un serial killer picchia la testa cadendo in un fiume.
Da questo momento si ritrova affetta da prosopagnosia, ovvero confonde i volti e non capisce più chi è chi.
Preoccupata di essere oggetto delle mire del killer che potrebbe incastrare non può più fidarsi di nessuno, nemmeno di chi le sta accanto da tanto tempo.
L’assunto non parrebbe essere poi nemmeno così malvagio, ma il film ci mette giusto un attimo a gettare tutto alle ortiche.
A parte una rappresentazione piuttosto scarna e poco significativa, piatta e simil televisiva, quando la precarietà identificativa di Anna entra in gioco invece di cambiar passo tutto diventa semplicemente confusionario (e non solo per quanto accade alla malcapitata protagonista).
Ci sarebbe stato un mondo da raccontare, invece si giocano solo le carte più ovvie e soprattutto lo si fa con l’approccio sbagliato con un accumulo di visioni proposte senza criterio.
Soliti incastri, per giunta trattati senza particolari abilità, dialoghi che troppo spesso arrivano ad essere illogici, per finire in un precipizio filmico che si ripercuote su se stesso senza ottenere altri risultati se non quello di intorpidire la mente dello spettatore senza generare un proficuo coinvolgimento, lasciando distanti da un trauma che invece doveva assumere connotati privilegiati.
Tutto questo da luogo ad un thriller senza passione che non sa per nulla valorizzare le premesse interessanti precipitando troppo presto nel nulla più assoluto.
Da evitare.
Molto confusionario, non riesce quasi mai a gestire il fulcro della vicenda e scivola spesso in scene terribili.
Si trova nel posto sbagliato ed affonda assieme alla nave anche perchè le espressioni che è costretta ad adottare all'interno di scene mal congeniate sono spesso ridicole.
Tra le varie comprimarie non lascia una traccia evidente di se.
Probabilmente l'elemento del cast che se la sbriga meno peggio.
Bellezza sopraffina sotto (e mal) utilizzata.
Classico belloccio piazzato in un ruolo scadente.
Mediocre.
Tra le varie comprimarie non lascia una traccia evidente di se.
Altro spreco anche se poi nei pochi minuti che ha a disposizione non sfigura affatto.
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