Regia di Naghi Nemati vedi scheda film
TFF 2011 - Concorso.
Quando si parla di cinema iraniano, da qualche anno e da alcuni mesi ancor piu' spira un'aria cupa di pessimismo, che grava sui destini dei singoli eccellenti registi di uno dei paesi che, per tradizione e tragica situazione politico/socio/economica, puo' ancora permettersi, dal punto di vista cinematografico, di percorrere strade neorealistiche proprie del cinema europeo, ed italiano in primo luogo, tipiche degli anni '40 e dell'immediato dopoguerra. Il presidente Gianni Amelio sottolinea la mancanza del regista ad accompagnare la sua interessante seconda prova nel lungometraggio, e la notizia, pur coperta da ragioni di circostanza, non fa spirare un vento di tranquillita' vito cio' che accade al grande Panahi e al silenzio allarmante riguardo a grandi maestri come Kiarostami e Makhmalbaf. Detto questo il film e' incentrato, come il precedente (Those Three del 2008), su tre figure protagoniste, ma questa volta donne. Si tratta di tre giovani carcerate che, approfittando di una licenza, cercano di varcare il confine e scappare dal paese. La fuga e' tutto un problema, tra "passeur" che rimandano la date e poi rinunciano, gravidanze tenute segrete fino all'inevitabile, furti di auto che spiazzano le compagne ignare, fino a che le tre ragazze si ritrovano sole e in balia di loro stesse.
Film rischioso e coraggiosissimo se si pensa al regime attuale in Iran, e che per questo motivo spige alle preoccupanti considerazioni fatte in apertura. Solo per questo meriterebbe una menzione nelle premiazioni, servisse almeno in parte a scuotere le coscienze della folli dittatoriale che guida la nazione.
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