Regia di Mateo Zoni vedi scheda film
TFF 2011 - Concorso.
Primo film italiano in concorso e primo lungometraggio per il giovane Mateo Zoni, che, giunto in sala a presentare il film, ringrazia e attribuisce la riuscita dell'opera alla spontaneita' della protagonista (che timida, teneramente e pudicamente rimane in platea, e anche per questo merita un mio personale elogio) e dei comprimari, tutto fuorche' attori professionisti, ma tutti capaci di una spontaneita' disarmante che ne fa il maggior pregio dell'opera. La storia e' quella di Paola che, alla soglia della maggiore eta', si divide tra la comunita' che da quattro anni la accoglie per curare problemi psichici legati alla crescita e la vecchia cascina di famiglia, dove viveva con gli anziani genitori (madre musulmana che la chiama affettuosamente "ulidi" ossia "piccola mia" come suggerisce un titolo rivelatore e il padre agricoltore con la passione per i libri, che custodisce curiosamente nei pressi della stalla). Nel centro viene curata dalle turbe che la spingono a procurarsi volontariamente tagli sul corpo e che sono causati da una fragilita' di fronte ad una situazione familiare non facile, pur essendo amata sentitamente dagli anziani genitori. Quello che risalta di piu' nella lieve ma drammaticamente vera pellicola e' la dolcezza di Paola, che e' se stessa e recita in quest'opera la parte piu' importante, quella che la vita le ha assegnato e quella che lei, giovane e sensibile ragazza, vuole riacquistare per ritrovare la serenita' a cui ognuno di noi - oneste piccole persone in un mondo di grandi e superbi venditori di fumo - avrebbe legittimamente diritto.
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