Regia di Edward Dmytryk vedi scheda film
si' e' vero: la sceneggiatura e' piuttosto complessa, cosi' come in altri noir (chandleriani o non) degli anni 40, tipo "Il grande sonno" e "Le catene della colpa", e si fa fatica a capire bene tutti i passaggi...ma se la regia e' affidata a geni come Hawks, maestri come Tourneur o anche cineasti di talento come Dmytryk, allora si possono dormire sonni tranquilli. In definitiva, e' un classicissimo del noir, con tutti gli archetipi e le atmosfere del genere; un film sul loser che incappa nella perfida donna fatale e si trova invischiato in vicende parallele, che schiacciano il protagonista, quando vengono a convergere
non ha la classe di Bogey, ma va bene cosi'
sa alternare abilmente fasi a ritmo teso e stringato con momenti piu' dilatati e allucinati; tutta la parte centrale (la degenza in ospedale) e' da antologia, ma ancora piu' significativo e' il momento in cui Marlowe si ritrova davanti ai suoi due spauracchi (il dottore e lo "scimmione"), che fino a quel momento sembravano appartenere a due storie diverse, indipendenti tra di loro: si ha proprio l'idea dell'uomo isolato e forse coinvolto hitchcockianamente in un complotto da cui non e' detto che esca vivo
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