Trama
Il porto di Calais, nel nord della Francia, è il luogo dal quale gli immigrati sognano di abbandonare il vecchio continente per approdare in Inghilterra alla ricerca di condizioni migliori di vita. Molti di loro sono clandestini disposti a tutto pur di non rinunciare alle proprie aspirazioni, cancellano le loro identità pur di scappare dalle forze di polizia e attendono impazienti, tra soprusi e fatica, la possibilità di lasciarsi la sofferenza alle spalle.
Note
Una «cartografia della violenza inflitta alle persone migranti» che si sottrae alle forme di narrazione (e finta comprensione) della differenza, di quel che sta oltre gli aggettivi e i confini di parole e mondi come Occidentale e Borghese. George non cerca la rincuorante compassione, non cerca la comodità del dramma: frantuma la sua opera in brandelli, scolpisce le immagini in b/n, sforma il tempo tramite ralenti e accelerazioni, mira a un cinema del reale radicale crudo e, insieme, lirico.
- Miglior documentario internazionale al Torino Film Festival 2011
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