Regia di Abel Ferrara vedi scheda film
Forse per non correre il rischio di continuare a ripetersi all'inifinito, dopo una tetralogia sulla violenza metropolitana Abel Ferrara si prende una pausa e realizza un lavoro prettamente commerciale, su commissione; abbandona così momentaneamente il fido collaboratore e amico Nicholas St. John, che aveva scritto tutti i suoi precedenti copioni. Si affida questa volta a una sceneggiatura di James Borrelli ed Elmore Leonard che rielabora un romanzo poliziesco/esotico/erotico firmato da quest'ultimo. La materia è piuttosto banale e non basta un buon cast a risollevare le sorti di un prodotto realizzato talmente controvoglia da finire perfino abbandonato dal suo regista, che dapprima si disinteressò completamente del montaggio e poi si lamentò delle scelte fatte dalla produzione al suo posto. Peter Weller, Kellg McGillis, Tomas Milian, Charles Durning sono i nomi messi in campo: non sfigurano, ma neppure possono trascinare questo bolso thriller verso un risultato migliore. Persino la colonna sonora del jazzista Chick Corea suona terribilmente anni '80, quasi preconfezionata rispetto al film. Fortunatamente Oltre ogni rischio è solamente un piccolo incidente di percorso per Ferrara, che immediatamente si rimette al lavoro insieme a St. John per realizzare King of New York, il suo primo successo consistente a livello internazionale. La McGillis è spesso seminuda, ma l'erotismo di questo film è davvero blando; una fastidiosa (in quanto didascalica, spesso) voce fuoricampo narra gli eventi: un altro intervento in post produzione che Ferrara non digerì affatto, e comprensibilmente. 2,5/10.
George, ex marine, torna a Santo Domingo dopo vent'anni e ritrova l'amante dei tempi; ora però la donna sta con un pericoloso malavitoso, il generale DeBoya.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta