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Incontri ravvicinati ad Aurora

Regia di Jim McCullough Sr. vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Incontri ravvicinati ad Aurora

di axe
6 stelle

Alla fine del XIX Secolo, in un piccolo centro degli Stati Uniti D'America, giunge un'astronave pilotata da un alieno dall'apparenza innocua e dai modi gentili, il quale si rivela ad una vedova di mezza età, che ne rimane spaventata; ad un solitario ubriacone, che non mostra alcun timore nei suoi confronti, ed anzi, lo trattiene per una partita a dama; ad una bambina, che ne è incuriosita. L'evento giunge a conoscenza di un'intraprendente maestra e giornalista, la quale ne è incuriosita e decide di sfruttarlo per rilanciare il quotidiano locale, in crisi di vendite; non tutti, però, si mostrano ben disposti verso il misterioso visitatore. Un connubio tra western, commedia e fantascienza che incuriosisce per la sua originalità. La creatura aliena, della provenienza della quale il film non racconta nulla - una scelta coerente con l'idea di far raccontare, tramite voce narrante, i fatti ad una persona del paese - benchè dotata di poteri fantastici, si dimostra amichevole, e già conoscitrice del genere umano; segnali della sua presenza in un vecchio cimitero indiano lasciano immaginare che essa ciclicamente visiti la terra, fino al pericoloso contatto con l'"evoluta" società occidentale moderna, la quale non solo non la teme, ma vorrebbe sfruttarla. Mentre la maestra-giornalista progetta di stringere un legame che favorisca il progresso scientifico e sociale umano, il ranger invitato dal governatore mostra ben altri intenti. Sfondo della vicenda è un tardo West ormai pacifico, che mostra ancora qualche traccia del suo passato "avventuroso" (il cimitero indiano, qualche pistola a tamburo, il ranger che gironzola pesantemente armato), e ospita una società ormai consolidata e anzi conservatrice, d'impronta maschilista, della quale il narratore tenta un minimo di analisi e critica. Il film non eccelle sotto alcun aspetto, la storia ha uno spunto originale per poi concludersi senza colpi di scena; il ritmo è blando; le interpretazioni sono nella media; gli effetti speciali sono veramente risibili. Eppure l'opera ha un qualcosa che attrae; probabilmente, la sua palese ingenuità, la componente "fiabesca", più che fantascientifica, la presenza di Mickey Hays, l'attore sofferente di invecchiamento precoce nel ruolo del bonario alieno, la colonna sonora estremamente evocativa, gli conferiscono un certo fascino che tiene vivo l'interesse e lascia soddisfatti della visione. Da rilevare, infine, la presenza di riferimenti ad "Incontri Ravvicinati Del III Tipo".

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