Regia di Chris Marker, Pierre Lhomme vedi scheda film
Monumentale documentario di oltre due ore di durata, durante il quale sostanzialmente non succede granchè: si tratta per la maggior parte della pellicola di interviste alla gente comune, per le strade di Francia, nel maggio 1962, a conflitto algerino appena conclusosi. Le persone generalmente sembrano più interessate alle proprie vite che a quella del Paese o alla situazione in politica estera; fra i tanti soggetti coinvolti, colpiscono il confronto con un cittadino di colore residente in Francia e con un giovanissimo soldato e la sua ragazza. A questi ultimi viene chiesta da Marker un’opinione sul futuro e sul mondo in cui vivranno i loro figli: pur sorridendo sinceri, i due ragazzi rispondono che non hanno alcuna intenzione di fare pensieri orientati così tanto in avanti. Nella versione originale la voce del narratore era quella di Yves Montand; gli incarichi fra i due autori sono essenzialmente così suddivisi: Chris Marker regia, Pierre Lhomme fotografia. Dopo l’exploit in chiave di fiction dell’anno precedente, La jetèe (probabilmente poi divenuta la sua opera più celebre poichè ripresa da Terry Gilliam per L’esercito delle 12 scimmie), Marker torna al cinema ‘civile’ con questo groviglio di parole, pareri, pensieri sparsi che riflettono un momento apparentemente gioioso (da cui il titolo), poichè la Francia pare trovarsi finalmente al di fuori di qualsiasi conflitto armato sul pianeta, ma che nei fatti concreti sembra ben più cupo. 6/10.
Immagini e interviste alla gente comune nelle strade della Francia del maggio 1962, appena terminata la guerra d’Algeria.
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